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"Aberrante colpire l'extraprofitto: è una tassa sulla tassa"

L'Assocostieri: "Draghi non conosce la filiera energetica. La parte in più che incassiamo sono accise che già versiamo allo Stato"

"Aberrante colpire l'extraprofitto: è una tassa sulla tassa"

Forse un abbaglio, una svista. Una distrazione. Far pagare una tassa sulla tassa non si era ancora mai visto. Allarmato dallo spread in salita Draghi intende utilizzare l'extra gettito Iva sui carburanti e gli extraprofitti delle imprese energy e idrocarburi per fare quadrare i conti. Ma l'Assocostieri, che conta 137 aziende nelle 4 filiere di depositi costieri di oli minerali, vegetali e prodotti chimici, infrastrutture di gpl, terminali di rigassificazione e depositi gas liquido, armatori che fanno rifornimento, non lo accetta. Il direttore generale, avvocato Dario Soria, parla di aberrazione, probabilmente causata da una macroscopica svista in un contesto nel quale il governo intende a tutti i costi fare cassa senza verificare a fondo le conseguenze devastanti sulle pmi.

Una svista o una mossa calcolata?

«Mi auguro una svista. Noi rappresentiamo le piccole e medie imprese storiche quasi tutte a conduzione familiare. Se le immagina a trattare col Kuwait o con la Russia? Se ci vendono del gasolio ad un prezzo, non siamo noi che possiamo aumentarne il margine. A differenza dei paesi produttori e i grandi trader, noi non siamo in condizioni di generare extraprofitti. Il profitto di adesso è dovuto alla ripresa non all'aumento di margini».

E allora il governo che conti ha fatto?

«Draghi è un bravissimo tecnico ma questa questione non gliel'hanno pienamente rappresentata, evidentemente non conosce bene la filiera della logistica energetica».

Gliela spieghi lei.

«Noi acquistiamo da Stati esteri i nostri prodotti, gpl, gasoli, gas. Li prendiamo da venditori in Algeria, Libia, Russia e questi acquisti sono fuori campo Iva, non abbiamo nemmeno l'accisa. Compriamo senza accisa e vendiamo con accisa e quindi al distributore di benzina vendo il mio prodotto con l'accisa che lo Stato vuole. La parte in più che incasso, la incasso per conto dello Stato. È vero che l'accisa compare tra i ricavi non essendo però una componente ricavo: con la mano destra la incasso e con la sinistra la verso allo Stato. Questo non è un extraprofitto ed è abominevole pure pensarlo. È anche incostituzionale che tu mi tassi su 130 e non sui 100 che è il mio reale valore di rendita. Una tassa sulla tassa. Una volta chiarito questo equivoco spero che venga tutto risolto».

Ma non c'è solo questo vero?

«Il valore in più di profitto in questo periodo è il 15% che è il margine su cui andrebbe applicato l'esonero dalle tasse. Se il profitto fatto grazie alla ripresa tu me lo tassi oltre che ingiusto mini anche le mie risorse. Soluzione tampone potrebbe essere che quell'incremento non venisse tassato almeno per il 15%».

Avete chiesto altro al governo?

«In questo momento, dopo la ripresa, molte delle nostre aziende hanno modificato la loro struttura e si sono costituite nuove società. Abbiamo chiesto che ovviamente le neocostituite non debbano pagare il contributo.

Il fatturato dai nuovi asset non può essere tassato perché non è extraprofitto, è profitto e basta».

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