Accordo al G7 sulla tassa minima globale. Esenzioni per gli Usa

L'annuncio della presidenza canadese. Il ministro Giorgetti: "È un compromesso onorevole"

Accordo al G7 sulla tassa minima globale. Esenzioni per gli Usa
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Accordo sulla global minimum tax raggiunto dalla presidenza canadese del G7. La proposta mira a ridurre il fenomeno dell'elusione fiscale, applicato soprattutto dalle Big Tech statunitensi, ma ha sollevato anche alcune controversie, come l'esenzione concessa alle compagnie americane.

Nel 2021 i Paesi del G7 avevano siglato un'intesa storica in Inghilterra, stabilendo una tassa minima globale per contrastare la concorrenza fiscale tra Stati. Tuttavia, il nuovo accordo prevede una soluzione parallela che ha suscitato preoccupazioni tra gli alleati internazionali degli Stati Uniti.

La proposta, sostenuta dall'amministrazione Trump, esenta le compagnie americane da alcune disposizioni fondamentali del nuovo regime fiscale, in particolare dalla norma sull'inclusione dei redditi e da quella sugli utili sottotassati. La giustificazione, come riportato dalla presidenza canadese, è che le imprese statunitensi già adempiono ad alcune delle norme fiscali minime previste negli Usa.

Critiche da parte dell'Europa, dove l'introduzione della Digital Services Tax era stata pensata per tassare più equamente le grandi multinazionali tecnologiche, per lo più americane, che operano nel continente senza però pagare una quota proporzionale di tasse nei Paesi in cui guadagnano. Di fronte a tale minaccia fiscale il presidente Trump non ha esitato a minacciare il Canada e l'Europa di pesanti ritorsioni. L'introduzione di nuove tasse sui servizi digitali sarebbe stata vista come una violazione della sovranità fiscale degli Usa. "Non possiamo permettere che altri Paesi impongano nuove tasse sulle nostre aziende. Se lo faranno, si troveranno a fare i conti con misure drastiche", aveva dichiarato.

Anche l'Europa non è esente dalle critiche del tycoon. In particolare, la Digital Services Tax introdotta da alcuni Stati membri dell'Unione Europea, come la Francia e l'Italia, ha acceso una lunga disputa tra le due sponde dell'Atlantico. Trump ha ribadito più volte la sua contrarietà alla proposta, etichettando l'Europa come troppo aggressiva nei confronti delle aziende americane.

Pragmaticamente ottimista il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti (in foto), che ha espresso il proprio apprezzamento per l'accordo del G7, definendolo "un compromesso onorevole" che protegge le imprese italiane dalle "ritorsioni automatiche" originariamente previste dalla clausola 899 dell'Obbba, un progetto di legge del Senato statunitense che

minacciava sanzioni per i Paesi che imponevano tasse digitali alle aziende americane. L'Italia, ha concluso, deve continuare a lavorare per "favorire il dialogo internazionale" in un contesto fiscale che rimane fluido e instabile.

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