Fu lui ad annunciare al mondo intero, con la voce rotta dall'emozione, che Giovanni Paolo II era morto; fu lui a chiedere a Ratzinger se doveva far togliere i cartelli «Santo Subito» dedicati a Wojtyla in una piazza San Pietro, gremita per i funerali del Pontefice polacco. All'età di 80 anni è morto Joaquín Navarro-Valls, storico portavoce di Papa Wojtyla. Medico, giornalista spagnolo, ricoprì l'incarico di direttore della sala stampa della Santa Sede dal 1984 al 2006. Fu lui il primo vero e proprio «portavoce» di un Papa.
É stato punto di riferimento per i giornalisti di tutto il mondo durante il pontificato di Giovanni Paolo II, considerato il primo Papa mediatico del Novecento. Discreto, gentile e diplomatico, Navarro forniva sempre gli spunti giusti e i suggerimenti ai giornalisti per trattare una notizia. Anche lui era stato in passato giornalista presso un quotidiano spagnolo e sapeva bene cosa fosse utile ai suoi colleghi.
«Joaquin Navarro. Rip. Grace under pressure»: con questo tweet l'attuale portavoce vaticano, l'americano Greg Burke, ha salutato il suo predecessore. «Navarro-Valls ha incarnato quello che Hemingway definiva il coraggio eroico, la grazia sotto pressione - dice al Giornale Burke - ho conosciuto Navarro quando lavoravo al Time, e proclamò Giovanni Paolo II uomo dell'anno. Quando incontrai Navarro, pensavo di incontrare un uomo di fede. In realtà quello che conobbi fu un uomo di fede ma allo stesso tempo un professionista di primo livello. Non sempre sono stato d'accordo con le sue idee ha aggiunto Burke nel ricordare il portavoce di Wojtyla ma si è sempre comportato come un vero cristiano e molti possono seguire il suo esempio».
Nel 2006, un anno dopo l'elezione di Joseph Ratzinger al soglio di Pietro, presentò le sue dimissioni. Fu sostituito da padre Federico Lombardi, gesuita, matematico, e poi dal giornalista americano Burke.
Nato a Cartagena, in Spagna, Navarro-Valls era «soprannumerario» dell'Opus Dei, ovvero membro laico della prelatura, dove aveva fatto i voti di castità.
Frequentò la «Deutsche Schule» nella sua città natale, poi studiò Medicina alle Università di Granada e di Barcellona. Partì per l'America, dove ottenne una borsa di studio dall'università americana di Harvard dove si laurea «summa cum laude» in Medicina e chirurgia nel 1961, continuando gli studi per un dottorato in Psichiatria. In questo stesso periodo insegna come assistente alla Facoltà di medicina. Nel 1968 consegue la laurea in Giornalismo presso la facoltà di Scienze della comunicazione all'università di Navarra a Pamplona. Nel 1980 ottiene la laurea in Scienze della comunicazione.
Dal 1996 era Professore nella Facoltà di Comunicazione Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce, a Roma. Era presidente dell'Advisory Board dell'Università Campus Bio-Medico di Roma e presidente della Fondazione Telecom Italia.
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