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Addizionali comunali record Milano doppia le altre città

Piovono tasse. E piovono conferme sul record peggiore che si possa vantare: oggi Milano è la città più tartassata d'Italia, grazie a un'amministrazione comunale che ha puntato sull'aumento dei tributi. Per risolvere i problemi derivanti dai tagli statali, è vero, ma non solo: gli aumenti hanno sopravanzato i tagli.

In tre anni le tasse sono più che raddoppiate, nel 2014 si è parlato di 770 milioni di euro in più rispetto all'ultimo Bilancio firmato nel 2010 da Letizia Moratti. Una cifra mostruosa che pesa come un macigno sulla giunta in carica. Nel 2013 le entrate fiscali hanno raggiunto quota 1.166 milioni, nell'anno successivo i 1.342 milioni. Oggi un'altra classifica assegna a Milano la «maglia nera»: è lo studio pubblicato dal Corriere della Sera dedicato alle imposte di Comuni e Regioni e in particolare alle addizionali Irpef.

Fino al 2011 i cittadini milanesi non conoscevano l'addizionale e ora la pagano profumatamente. I dati sono riferiti al 2014 e nella tabella costruita sulle addizionali comunali applicate ai redditi del 2014 Milano svetta (con 412 euro a testa) perché il Comune ha introdotto per tutti l'aliquota massima, lo 0,8%, con un aumento del tetto di esenzione fissato sì a 21mila euro ma non concepito come una franchigia (appena un euro oltre i 21mila, si paga l'addizionale su tutta la cifra). Nel 2013, comunque è stato calcolato che i milanesi ancora esenti dopo la manovra di bilancio approvata in Consiglio comunale restassero ancora molti, il 53%, ossia 513.203 su 957.716 contribuenti, ma va detto che erano il 75% fino al 2012 e fino all'anno precedente - come detto - erano tutti esenti. Questo, ovviamente, è solo il capitolo dedicato alla tassazione dei redditi. Si devono aggiungere quelli, non meno amari, della tassazione sul suolo pubblico, sugli immobili, oltre a tutto il volume delle tariffe - ai primi posti quelle Atm.

Parlando di casa, la Uil ha calcolato che il passaggio dall'Imu alla Tasi a Milano ha determinato un aumento fiscale netto per 7 famiglie su dieci, escludendo così ogni valore redistributivo di aliquote e detrazioni decisa a Palazzo Marino.

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