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Adesso l'Inps riconosce l'aggravio ma mancano i soldi per gli assegni

Boeri: l'onere è sostenibile. Malan (Fi): manca la copertura finanziaria, il Quirinale non firmi

Roma Un pasticciaccio brutto, nel quale la ratio legis pare essere quello dell'ipocrisia. Con effetti paradossali e (forse) addirittura imprevedibili, quale quello del «non obbligo di fedeltà» che sembra fare il paio con la «non reversibilità» della pensione per le coppie eterosessuali. Fortemente discriminatoria, visto che invece per le coppie dello stesso sesso è prevista.

Come se non bastasse, c'è anche la questione della copertura finanziaria di questo onere in più che sarà a carico dell'Inps. Il presidente dell'istituto pensionistico, Tito Boeri, ieri ha dichiarato che «l'impatto sui conti sicuramente c'è ed è inevitabile che ci sia, ma è nell'ordine di qualche centinaio di milioni di euro ed è quindi sostenibile». Secondo Boeri, si è lontani dalle cifre che si paventavano, e grosso modo sono state valutate «allineandosi all'esperienza tedesca». Peccato però che nella relazione tecnica del ministero della Giustizia, che reca il timbro della Ragioneria generale dello Stato, i conti non tornino lo stesso, come ha denunciato il senatore di Forza Italia, Lucio Malan, chiedendo un «doveroso rinvio alle Camere» in virtù dell'articolo 81 sulla copertura finanziaria.

«Dopo le parole di Boeri è doveroso - spiega Malan - proprio perché ha quantificato il costo in termini di pensioni di reversibilità intorno a qualche centinaio di milioni. Ma la copertura annuale prevista nel testo va da 3,7 milioni per il 2016 fino a 22,7 milioni per il 2025, per un totale di 130 milioni in dieci anni. E siamo già ben al di sotto delle centinaia di milioni di cui parla il presidente dell'Inps». Non solo. Nella relazione della Ragioneria sulla base della quale è stata predisposta la copertura, si scopre che gran parte di quella somma è destinata agli sgravi Irpef per il coniuge omosessuale a carico. Invece, per le pensioni di reversibilità, la cifra stanziata è assai inferiore: si va da centomila euro per il 2016 a 6,1 milioni per il 2025, «per un totale in dieci anni di appena 25,3 milioni di euro». Altro che centinaia di milioni, la legge ne prevede poco più di 25; «anche se le centinaia di milioni fossero soltanto un paio, vuol dire che i costi sono otto volte più grandi di quelli coperti dalla legge, con un buco che si aggirerebbe almeno intorno ai 175 milioni».

Dalle parole di Boeri, conclude Malan, «emerge che non si tratta di una stima avventata, ma è il risultato di studi i cui esiti sono stati anche trasmessi ad altre istituzioni». Secondo una relazione alternativa da lui presentata, il costo della reversibilità era stimato in 4,5 miliardi nei primi dieci anni, appunto 45 centinaia di milioni, «cifra compatibile con le valutazioni dell'Inps». Malan ha annunciato che ora si appellerà al presidente della Repubblica: quello della copertura è uno dei requisiti di fatto più rilevanti previsti dalla Costituzione.

Causa nel passato, più d'una volta, di rinvio della legge alle Camere.

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