L a tragedia e poi peggio ancora il dubbio, insinuato e orrendo. Inconfessabile e spaventoso. Temuto fin dal primo istante. L'aereo precipitato sul Sinai ventitré minuti dopo essere decollato da Sharm el-Sheik, in Egitto potrebbe essersi schiantato per un incidente. Oppure no. Se fosse stato un attentato? E se davvero ci fosse la mano assassina e vigliacca dell'Isis dietro questo disastro? È l'ombra che da ieri mattina si è insinuata tra le lamiere e i rottami di questa tragedia del cielo, che aleggia, prende peso. È una psicosi. La compagnia tedesca Lufthansa e quella francese Air France hanno fatto sapere che in ogni caso non sorvoleranno più la zona del Sinai. Precauzioni o allarmi. Intanto per prudenza hanno deciso di evitare di volare sopra la penisola del Sinai fino a quando non sarà chiarito cosa ha causato la tragedia aerea. «Continueremo ad evitare la zona fino a quando non è chiaro cosa abbia causato l'incidente» ha detto un portavoce della principale compagnia aerea tedesca che ha meno di 10 voli al giorno che attraversano la zona. Stessa decisione per il vettore francese.
Gli uomini del Califfato hanno diffuso un comunicato stampa via social network: si rallegrano per la caduta dell'aereo e affermano di aver abbattuto l'aereo e aver ucciso «oltre 220 crociati russi», a bordo. «Voi russi e i vostri alleati non sarete più sicuri sui cieli dei Paesi musulmani», si legge nel proclama. E ancora: «Sappiate voi russi, e chiunque vi sia alleato, che non avrete più sicurezza né sulla terra né sui cieli dell'islam. Voi state uccidendo decine di musulmani in Siria a causa dei vostri bombardamenti. Questa condotta vi porterà disastri. Come avete ucciso, sarete uccisi, per volontà di Allah, Dio è sempre il Vittorioso, ma molta gente vive nell'ignoranza». L'ombra che quella maledetta rivendicazione sia vera fa paura. Dall'Egitto e dalla Russia si fa a gara per smentire il messaggio. Eppure se fosse vera l'ipotesi dell'attentato sarebbe il disastro. Un colpo terribile che gli uomini in nero avrebbero inferto all'Occidente, alla sua libertà, alla sua necessità di muoversi, di viaggiare. Una vittoria già solo aver gettato angoscia e allarme, che sorvola e oltrepassa i confini delle trincee polverose della Libia, della Siria, dell'Iraq dove si combatta ogni giorno per arginare la minaccia jihadista.
Ieri l'esercito siriano avrebbe conquistato diversi villaggi nella provincia settentrionale di Aleppo, vasta offensiva sostenuta dalla forza aerea russa nella zona. Ecco i russi appunto, che in difficoltà gli uomini del Califfo ce li stanno mettendo davvero. È grazie a loro se le forze siriane hanno riconquistato le città di Sbaiha, Hamidiyeh, e Mashrafet Muraij nel sud di Aleppo dopo aver combattuto militanti del Fronte al Nusra legato ad Al Qaeda e del gruppo armato Ahrar al-Sham. L'obbiettivo grosso dei militari è raggiungere la base aerea Koerse, a sud di Aleppo, assediata da mesi dall'Isis.
Anche jet turchi hanno bombardato obiettivi dell'Isis in Siria nell'ambito dei raid della Coalizione internazionale contro il Califfato. Attacchi, obiettivi colpiti e affondati: cartina di tornasole di una macabra e vigliacca rivendicazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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