«Adriana denunciò l'ex» Le falle del Codice rosso

La donna uccisa dal marito in procura il 27 agosto: doveva lasciare casa. Pm: troppi casi

Cristina Bassi

Milano L'ultima denuncia della sua vita costellata di violenze Adriana Signorelli (nella foto) l'aveva fatta la sera del 27 agosto. La Procura aveva attivato la procedura d'urgenza prevista dal Codice rosso e il giorno successivo la donna era stata ascoltata dagli inquirenti. Dopo quattro giorni è stata uccisa a coltellate nella sua casa della periferia sud di Milano. Per il delitto è stato arrestato l'ex marito Aurelio Galluccio.

La nuda cronologia degli ultimi giorni della 59enne operatrice socio sanitaria, come quella dei precedenti penali dell'uomo da cui si stava separando, inquadra una vicenda che il procuratore di Milano Francesco Greco definisce «emblematica» di maltrattamenti in famiglia. È Greco, affiancato dall'aggiunto Letizia Mannella che guida il pool «Soggetti deboli», a ricapitolare il curriculum giudiziario di Galluccio (accusato di omicidio e tentato omicidio per aver provato a investire i poliziotti intervenuti nelle notte tra sabato e domenica, sarà interrogato oggi dal gip per la convalida dell'arresto). Il 65enne era stato condannato per maltrattamenti nel 2016 e denunciato a piede libero l'anno dopo per lo stesso reato. Nell'autunno del 2018 è stato condannato in primo grado a un anno e quattro mesi di carcere per aver dato fuoco alla porta di casa della ex e averle gettato addosso, senza colpirla, un mix di benzina e candeggina. Il Tribunale attenuò la misura cautelare imponendo a Galluccio l'obbligo di firma. Condanna confermata in Appello nel luglio scorso, anche se il pg aveva avanzato richiesta di aggravamento della pena. Questo nonostante i precedenti e forse in virtù del fatto che ha problemi respiratori e ha bisogno della bombola d'ossigeno. I due ex coniugi continuavano comunque a frequentarsi, il 27 agosto sono usciti a cena. Arrivati a casa di Adriana, il 65enne che sembra abusi di alcol e antidepressivi l'ha aggredita e accusata di averlo mandato in galera con racconti falsi. Lei si è chiusa in bagno, l'ex compagno ha sfondato la porta. Alla fine la vittima ha approfittato di un momento di distrazione dell'uomo, è scappata e si è rivolta alle forze dell'ordine. Il giorno della sua testimonianza, spiegano in Procura, alla vittima è stato raccomandato di andare via di casa in attesa degli accertamenti sull'ex e di una eventuale richiesta di misura cautelare. Lei ha assicurato che sarebbe andata a stare dalla figlia, ma poi non l'ha fatto. «Decisione - dice Mannella - che le è stata purtroppo fatale». Nel 2018 la Procura di Milano ha avviato 5.395 procedimenti per reati da Codice rosso, di cui 2.121 per maltrattamenti e 1.151 per stalking. «Numeri ingenti per un dipartimento di 12 pm - sottolinea Greco - e che quest'anno sono in aumento. Dall'entrata in vigore della nuova norma (il 9 agosto, ndr) riceviamo anche 30 segnalazioni al giorno. Devono essere tutte trattate con urgenza, questo rende difficile estrapolare i casi più gravi. Non contestiamo il Codice rosso, che è di certo utile, il problema è come gestire tali numeri».

I pm hanno tre giorni per sentire le vittime e istruire il fascicolo. «Ma è illusorio - conclude il procuratore - pensare di risolvere vicende come questa con la galera e basta. Occorre anche lavorare sulle donne e sul contesto familiare».

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