Roma Voli pindarici e aerei di linea complicano il viaggio argentino del premier Matteo Renzi, tingendolo di un tono piuttosto grottesco. È il 15 febbraio, e la visita ufficiale nel Paese sudamericano vive un momento altissimo con la lectio magistralis del primo ministro italiano nella facoltà di scienze economiche dell'università di Buenos Aires.
«Buenas tardes a todos ustedes, e ho finito le parole in spagnolo», esordisce Renzi. Che purtroppo non tiene fede all'impegno. Perché il premier dopo una mezz'ora di discorso, spiegando che «non c'è parola più grande dell'amicizia per descrivere la storia di due popoli diversi», pensa bene di recitare - in spagnolo - una poesia. Spiega che sono «alcuni versi di Borges», tratti dal «poema La Amistad», e parte. «No puedo darte soluciones para todos los problemas de la vida, ni tengo respuestas para tus dudas o temores, pero puedo escucharte y compartirlo contigo», declama alla Brunello Robertetti, indimenticabile personaggio di Corrado Guzzanti, per poi concludere: «Credo che queste siano parole di rara intensità rispetto all'amicizia».
E non c'è che dire, in effetti i problemas de la vida sono troppi. Uno di questi per Renzi - e per l'Italia che lui rappresentava su quel palco - è che quei «versi» non sono affatto di Jorge Luis Borges. Quella recitata di fronte agli studenti di economia della capitale argentina (e meno male che non erano di lettere) è una «orrenda e anonima poesiola» - spiega il canale Youtube «Mia Sorella», che ha scovato e rilanciato in rete la figuraccia - un testo diffuso in modo virale sul web e spammato via email da anni, fino a divenire inevitabilmente popolare anche su Facebook. Nonostante la diffusa erronea attribuzione-web a Borges, anche in rete comunque non è difficile accertare la bufala. Ma qualcuno, a quanto pare, ci casca ancora.
Va detto che la scivolata fantozziana di Renzi ha un memorabile precedente. A gennaio del 2008, parlando in Aula al Senato alla vigilia della caduta del governo Prodi, Clemente Mastella recitò «Lentamente muore», poesia di una giornalista e pubblicitaria brasiliana che lui, invece, attribuì a Pablo Neruda, ingannato anche qui dalla rete dove la panzana era diffusa. Ma almeno Mastella non si trovava in Cile dove, come diceva Neruda, «di giorno si suda».Finite le fatiche argentine, mentre l'Italia scopriva il talento poetico del premier, Renzi ignaro di tutto provava a tornare a casa. Non senza qualche difficoltà. L'A319 del 31° stormo dell'Aeronautica, infatti, si è dovuto fermare in Brasile, a Recife, per una crepa su un finestrino. Renzi e il suo staff hanno quindi preso un volo di linea della Tap per Lisbona, dove lo aspettava il Falcon arrivato di corsa da Roma e che lo ha riportato a Ciampino per ora di pranzo. L'inconveniente è diventato per Renzi un motivo per scherzare sui «gufi» e per rivendicare la bontà dell'acquisto del nuovo Airbus 340, preso in leasing da Etihad per i futuri voli di Stato.
Ma gli italiani sono innanzitutto un popolo di poeti e navigatori, e chi di web (usato male) ferisce, di web perisce. La rete e i social si sono scatenati, accanendosi con tweet e post su Renzi per la sua sfortunata, ma magistrale, lezione di fango argentino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.