Quattro gradi di separazione, un po' come per i lavaggi: bianchi, delicati, colorati e a novanta gradi per disinfettare. Ci si congeda come si è stati insieme, o semplicemente come si riesce. Il modo in cui si prendono le distanze dice molto della storia che abbiamo avuto e anche di noi. Nella fine di un amore, lo stile è libero. E ogni tanto, lo stile non c'è neppure. I gradi... ognuno programma i propri. Nell'ultima settimana, quattro coppie celebri si sono sfasciate e ogni fine è stata diversa: quella di Afef (magnifico che di lei sia sempre bastato solo il nome) e Marco Tronchetti Provera, di Micaela Ramazzotti e Paolo Virzì, di Simona Ventura e Gerò Carraro e naturalmente, quella di Elisa Isoardi e Matteo Salvini. La febbre dell'addio, praticamente un'epidemia. Certo che tutto si era sfilacciato già da tempo, ma è in un'unica soluzione che siamo venuti a saperlo. Per tutti, ma in modo diversissimo.
Discreto, elegante e silenzioso quello dell'ex modella tunisina e dell'ad di Pirelli, dei quali si è saputo per l'istanza di separazione depositata in tribunale i primi di novembre. E per quella insinuazione fatta a corredo delle foto apparse sul settimanale Chi, quelle in cui si vedeva Afef, in compagnia di amici ma senza il marito, inaugurare i suoi splendidi cinquantacinque anni. Nulla di esibito, nulla che abbia occupato le cronache rosa per più di una settimana, tantomeno i social. Un lavaggio a trenta gradi, di quelli che riguardano i capi, per evitare che da una taglia M si passi ad una XS. Senza clamori e preavviso anche la fine del matrimonio tra l'attrice e il regista nostrani anche se, già da due mesi, vivevano separati. Due figli (Jacopo di 9 anni e Anna di 6), Ramazzotti e Virzì avrebbero festeggiato i dieci anni di matrimonio il prossimo 17 gennaio (ma si erano conosciuti nel 2007 durante le riprese di Tutta la vita davanti). Invece è andata diversamente. Ma senza voci, senza foto, senza annunci. Un tranquillo lavaggio a sessanta gradi che va bene per tutto. A quaranta-cinquanta gradi si sono lasciati Simona Ventura e Gerò Carraro. Che un po' ci avevano abituati con prove generali di allontanamento alla loro separazione, ma allo stesso modo ci avevano abituati anche ai loro ricongiungimenti. Invece ieri hanno affidato a un video su Instagram la fine ufficiale. Civile, affettuosa, consensuale e tristissima. Perché era davvero una fine. Parlano assieme, finiscono uno le frasi dell'altro, si promettono affetto eterno e si baciano perfino. Ci si domanda perché debba andare sprecata tanta sintonia. Eppure... Varie gradazioni d'addio, appunto.
Fino al lavaggio a novanta gradi con centrifuga che la Isoardi ha impostato per candeggiare la parola fine sulla sua relazione con Salvini.
Quella foto pubblicata «a tradimento», scattata «a tradimento», lei accesa, truccata e sveglissima, lui addormentato, abbandonato e a torso nudo. Ci si lascia come si è stati insieme. O semplicemente come si riesce. Disinfettando, schiumando irritazione, strapazzando i capi o accarezzandoli con l'ammorbidente. Ogni fine, ha la sua gradazione.
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