
Che il problema esista e sia serio lo testimoniano i nomi che mercoledì sera si sono incontrati a cena al numero 1 di Observatory Circle, residenza ufficiale del vice presidente degli Stati Uniti. Nell'ordine, oltre al padrone di casa JD Vance, la capa dello staff della Casa Bianca Susie Wiles, la ministra della Giustizia Pam Bondi, il direttore dell'Fbi Kash Patel, e il vice procuratore generale degli Stati Uniti Todd Blanche, numero due di dipartimento di Giustizia ed ex avvocato di Trump. Argomento della serata, la gestione dell'Affaire Epstein, la vicenda che Trump sperava di lasciarsi per sempre alle spalle e che invece continua a metterlo in imbarazzo.
I commensali, secondo lo scoop della Cnn, hanno discusso se rendere pubblica la trascrizione della "conversazione" delle scorse settimane tra Blanche e Ghislaine Maxwell, l'ex fidanzata e collaboratrice di Epstein, che sta scontando una condanna a 20 anni per la complicità nei traffici sessuali del finanziere. Rendere nota la trascrizione placherebbe, almeno in parte, l'ansia di trasparenza della base Maga di Trump. Quell'elettorato che, dopo essere stato incoraggiato per anni a credere che Epstein fosse a capo di una cupola pedofila della quale facevano parte pezzi importanti dell'élite progressista e dell'odiato Deep State, nelle scorse settimane si è sentito dire da Bondi che, in sostanza, era tutto uno scherzo. E tuttavia, le parole di Maxwell, se rese note, potrebbero creare ulteriore imbarazzo all'amministrazione. L'ex "socialite", recentemente trasferita da un carcere federale della Florida ad un penitenziario più soft in Texas - "non ne sapevo nulla" ha detto Trump - potrebbe avere contraddetto le conclusioni annunciate da Bondi: "Non c'è nessuna lista di clienti eccellenti di Epstein, nessuna prova che la sua morte in carcere non sia stata effettivamente un suicidio". Per la Casa Bianca questo sarebbe il momento cruciale per lanciare la propria controffensiva mediatica. Il Congresso è in pausa estiva e le pressioni dei Democratici e dei Repubblicani Maga duri e puri sono calate. Lo Stato Maggiore trumpiano nella cena a casa Vance avrebbe anche valutato la possibilità di fare intervistare Blanche da Joe Rogan, il podcaster con milioni di follower che con il suo endorsement è stato una delle chiavi della vittoria di Trump nel 2024, ma che da settimane è fortemente critico col presidente per la gestione della vicenda Epstein. Altri, nella West Wing, opterebbero invece per una gestione più discreta, convinti che la vicenda si stia sgonfiando. In realtà, alla riapertura dei lavori del Congresso la questione tornerà al centro delle cronache. La commissione di Vigilanza della Camera (grazie al voto di alcuni repubblicani che si sono uniti ai Dem) ha convocato i vertici del dipartimento di Giustizia per obbligarli a rendere pubblici tutti i file su Epstein ancora secretati.
La stessa commissione, per bilanciare, ha chiesto le testimonianze dell'ex presidente Bill Clinton, passato frequentatore di Epstein al pari di Trump, della moglie Hillary, dell'ex direttore dell'Fbi James Comey e degli ultimi ex sei ministri della Giustizia.