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Affari per le dialisi, il primario arrestato va ai domiciliari. "Richieste pressanti"

Il medico voleva 3mila euro a paziente per mandare i malati dimessi nei centri

Affari per le dialisi, il primario arrestato va ai domiciliari. "Richieste pressanti"
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Mazzette a cadenza mensile, tremila euro a paziente per dirottarli dopo le dimissioni dall'ospedale Sant'Eugenio di Roma, dove è primario nefrologo, verso i centri di dialisi a lui più vicini. E poi affitti pagati, macchine, carte di credito e consulenze. Dopo l'arresto in flagranza mentre intascava una mazzetta proprio da tremila euro da un imprenditore, Roberto Palumbo, alla guida dell'Unità operativa complessa di nefrologia e dialisi del nosocomio romano, è stato posto ai domiciliari dal gip che lo ha interrogato con l'accusa di corruzione. Stessa contestazione e domiciliari anche per Maurizio Terra, amministratore unico della Dialeur, di cui il primario deteneva il 60 per cento. In totale sono 14 gli indagati dell'inchiesta della Procura di Roma.

Durante l'udienza di convalida Terra ha sostanzialmente ammesso i fatti. E anche Palumbo ha fatto importanti ammissioni. La sua condotta è considerata più grave "perché la contestazione consente di cogliere una costanza di comportamenti e, dunque, una pervicacia, significative di una personalità incline alla commissione dei reati", scrive il gip. Le sue sarebbero state richieste "pressanti ed esorbitanti". Nell'ordinanza si legge che Palumbo aveva il controllo della destinazione dei pazienti verso i vari centri e li indirizzava verso la Dialeur in modo da raggiungere il massimale consentito. Dal provvedimento emerge come l'imprenditore si sia mostrato quasi sollevato dall'emersione della vicenda: "In qualche modo gli ha consentito di sottrarsi a procedure e condotte che, seppur necessarie per poter svolgere la propria attività, erano vissute come imposizioni". La titolarità formale del 60 per cento delle quote gli sarebbe stata "sostanzialmente imposta ed ha avuto uno sviluppo nel tempo da lui patito e certamente non voluto, non avendogli portato alcun vantaggio". Ci sono intercettazioni tra Palumbo e Terra che proverebbero il passaggio di denaro mensile. In una di queste il primario afferma: "È urgente a questo punto, uno come deve fare e basta..". E l'imprenditore replica: "L'unica è cambiare sistema e finisce la storia, sennò ogni mese è così". In un'altra conversazione si sente il medico dire a Terra: "...fai l'amministratore e te godi la vita". E poi altri episodi, a partire da aprile, in cui il primario avrebbe ricevuto denaro in contanti. Agli atti ci sarebbero riscontri dei passaggi di soldi. Secondo i pm un altro imprenditore, Antonio Carmelo Alfarone, quello che poi ha denunciato, responsabile del centro dialisi Diagest srl, tra il 2019 e il 2021 per mandare avanti la struttura sarebbe stato costretto a versare a Palumbo 120mila euro (3mila per ogni paziente), a pagargli l'affitto di un appartamento vicino San Pietro, a dargli in uso una Mercedes e tre carte di credito, oltre a fare un contratto di consulenza per 2500 euro al mese alla sua compagna. Il primario è accusato di aver creato "corsi preferenziali" per i malati, sfruttando le liste di attesa pubbliche e di fatto obbligando i dializzati a rivolgersi ai centri privati. Contestazione inizialmente respinta durante il faccia a faccia con il gip: "Mai preso soldi per mandare i pazienti nelle strutture private". Seguita però dall'ammissione di aver comunque incassato soldi in nero.

"Ciò che emerge al momento è che Palumbo non ha preso tremila euro in contanti per una mazzetta, ma in quanto erano utili derivanti dall'attività di imprenditore occultamente svolta rispetto alla società Dilaeur", sostiene l'avvocato Antonello Madeo, certo di poter dimostrare l'innocenza del primario.

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