Cari consiglieri non ficcate il naso nelle case del Comune. Alla faccia della trasparenza, dopo aver deciso di mettere in vendita quasi 600 pezzi pregiati del proprio patrimonio immobiliare, molti dei quali in pieno centro storico e lasciati per anni e anni in affitto a canoni ridicoli, il Campidoglio lascia a bocca asciutta il variegato fronte dei consiglieri di opposizione che avevano chiesto dettagliati lumi sull'operazione. Dopo la decisione della Giunta di procedere alla grande svendita - che dovrebbe fruttare secondo Marino&Co circa 300 milioni di euro - gli uffici di Roma Capitale nei giorni scorsi hanno provveduto a «girare» ai capigruppo l'elenco degli immobili interessati dall'operazione e le stime del valore di mercato degli stessi immobili.
Chiarito il «cosa», restava da capire chi occupa quelle case. Un problema non da poco, considerato che gli assegnatari hanno diritto alla prelazione nell'acquisto, con tanto di sconto del 30 per cento sul prezzo fissato. E invece la richiesta di questa essenziale informazione è caduta nel vuoto. La foglia di fico per negarla? La privacy. Il sospetto è che sia, appunto, poco più di una scusa per evitare di rendere pubblica la lista dei nomi dei fortunati inquilini. Tra anziani e indigenti, chissà, potrebbe nascondersi qualche nome più illustre, interessato a comprarsi casa lontano da sguardi indiscreti.
«Il dubbio che in quell'elenco ci sia qualcuno da nascondere a questo punto è legittimo», commenta il consigliere di Fi Ignazio Cozzoli, dopo aver atteso tutto il giorno che l'elenco degli affittuari del Campidoglio gli venisse consegnato. Eppure, per sgomberare il campo dagli equivoci, sarebbe bastato dar seguito alla richiesta di informazioni, che tra l'altro non è un capriccio ma un diritto dei consiglieri comunali. Tant'è, la «casa di vetro» di Ignazio Marino ha preferito rispondere picche.
Tra i più seccati, oltre a Cozzoli, c'è il capogruppo della lista Marchini in Aula Giulio Cesare, Alessandro Onorato. Che, incassato il «no», ha immediatamente inviato un esposto al prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, chiedendo un suo intervento «visto che gli uffici di Roma Capitale hanno così leso le prerogative istituzionali del sottoscritto nell'esercizio del proprio mandato», e rimarcando come, viste le premesse, «il proseguimento dell'iter» del progetto-svendita «sia illegittimo ai fini della sua efficacia ed eseguibilità».
Le denunce non finiscono qui.
Anche il capogruppo di M5S in Campidoglio, Marcello De Vito, dopo aver criticato il «no» dell'assessore a fornire i nomi dei conduttori, annuncia che oggi, insieme ai parlamentari romani del Movimento, presenterà un esposto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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