Agenti pestano un produttore musicale. Incastrati dai video. Macron: "Vergogna"

L'episodio vicino allo studio di registrazione della vittima: "Mi gridavano sporco negro e mi picchiavano". Il governo sotto accusa

Agenti pestano un produttore musicale. Incastrati dai video. Macron: "Vergogna"

«Mi dicevano sporco negro a ripetizione e mi hanno preso a pugni». Poteva essere la parola di Michel Zecler contro quella di 4 poliziotti. Invece le immagini della videosorveglianza inchiodano gli agenti alle loro responsabilità, scatenando una bufera in tutta la Francia. Choc attorno al gesto, su cui indaga l'Ispettorato generale della polizia nazionale; presidente della Repubblica «furioso» per l'accaduto. E Parlamento in cortocircuito.

Maggioranza e opposizione puntano il dito contro il governo. L'ennesimo pestaggio, stavolta a danno di un produttore musicale, innesca una tempesta perfetta: perché se non fosse stato ripreso dalla videosorveglianza nessuno forse avrebbe saputo cosa realmente è successo sabato sera nel XVII arrondissement di Parigi. Avvistato a pochi passi dal suo studio, Zecler viene raggiunto da una pattuglia e assalito senza motivo. Reo di non indossare la mascherina mentre fumava una sigaretta sul marciapiede, «ci ha trascinato all'interno di un edificio mentre cercavamo di immobilizzarlo», hanno scritto gli agenti nel rapporto. Ma i video inchiodano poliziotti, che hanno pure accusato Zecler di aver tentato di sottrarre loro le armi. Dopo un intervento più simile a un blitz che a un controllo - prima in tre, poi con un quarto agente a rinforzo - sono stati loro a spingerlo nell'androne di uno stabile, senza sapere che si trattava del suo studio, dov'era attiva una telecamera. Poteva finire lì. Nessuno avrebbe contestato la loro versione; non senza quelle immagini. O quelle rese note ieri: un secondo video, ripreso da un vicino dal suo balcone, mostrano la vittima picchiata per strada dagli agenti mentre è immobilizzata a terra.

Dopo averlo malmenato, lo hanno portato in caserma e trattenuto per 48 ore per evitare che se ne andasse in giro come l'avevano conciato. Aveva il volto tumefatto. Ma inizialmente nessuno si è mosso. Finché le immagini del «controllo», avvenuto sabato scorso e reso pubblico giovedì dal sito Loopsider, hanno fatto emergere la verità del musicista del Black Gold Studios. Emmanuel Macron si è detto «scioccato» e «furioso» per l'accaduto: «È una vergogna, la Francia non deve far prosperare odio o razzismo». Il presidente pretende «sanzioni chiare» dal ministro dell'Interno, che annuncia: «Chiederò il loro licenziamento. Hanno infangato l'uniforme». Non è però il solo episodio controverso. Tre giorni prima che il video del pestaggio facesse il giro del web, un'altra azione di polizia era stata contestata: lo sgombero violento di centinaia di migranti da Place de la République. Immagini che, se la nuova legge sulla «sicurezza globale» fosse già entrata in vigore, probabilmente non sarebbero state girate da nessuno, dunque mai rese pubbliche. Già dopo i fatti di République si era consumata una frattura parlamentare nella maggioranza. La legge sulla cosiddetta «sicurezza globale» voluta dal governo, tra le altre cose, limita infatti la diffusione delle immagini di interventi di polizia. Il premier Jean Castex ha spedito alle Camere una testo che punisce con 45mila euro di multa e un anno di reclusione chi di fatto filma e diffonde le divise in azione. Così il presidente che fa della lotta ai regimi illiberali il suo cavallo di battaglia ora si ritrova accusato di scivolare nell'autoritarismo. I 4 agenti sono in custodia. Su 3 di loro pende l'aggravante di «violenza razzista».

L'attualità rimette al centro il ruolo dei video e l'articolo 24 apre una crisi politica. Il premier ha incaricato una task-force per modificare il testo. Le piazze sono pronte a riaccendersi. Già ieri sera a Nantes c'erano circa 6mila persone in strada, oggi nuova dimostrazione a Parigi e in altre città.

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