La Aita Mari ci lascia i migranti e torna in Spagna (senza quarantena)

La nave dell'Ong spagnola Salvamento Maritimo Humanitario ha potuto lasciare Augusta senza aspettare un periodo di quarantena per il proprio equipaggio: potrebbe essere solo il primo di tanti precedenti

La Aita Mari ci lascia i migranti e torna in Spagna (senza quarantena)

Adesso le navi Ong non sono più tenute all'obbligo della quarantena. Quanto stabilito nelle scorse ore a favore della Aita Mari, la nave dell'Ong spagnola Salvamento Maritimo Humanitario, potrebbe rappresentare un importante precedente.

L'equipaggio lo scorso 31 maggio era approdato ad Augusta con 50 migranti a bordo soccorsi a largo della Libia. Le autorità italiane avevano dato il via libera allo sbarco, indicando lo scalo siciliano come porto sicuro. Da quando è scoppiata l'emergenza sanitaria legata al coronavirus, ogni nave Ong che porta migranti nel nostro Paese deve poi osservare un periodo di quarantena.

Così ad esempio è stato, senza andare troppo indietro nel tempo, per la nave Sea Eye 4, dell'Ong tedesca Sea Eye. Dopo essere sbarcata a Pozzallo nei giorni scorsi con 407 migranti a bordo, all'equipaggio è stata imposta una quarantena di 14 giorni, abbassati successivamente a 10.

La Aita Mari invece il 2 giugno ha potuto lasciare il porto di Augusta: “Dopo lo sbarco e test anti-Covid negativi – hanno scritto gli attivisti spagnoli sul proprio canale Twitter – nel rispetto della legge, le autorità italiane concedono il mandato di uscita a Burriana, senza la quarantena”. Per l'equipaggio dunque il rientro a casa è anticipato. In tal modo l'Ong potrà organizzare prima del tempo nuove missioni nel Mediterraneo centrale.

Gli attivisti hanno festeggiato questa decisione. Del resto anche nell'ultimo incontro tenuto da rappresentanti delle Ong al Viminale con il ministro Luciana Lamorgese, molti di loro hanno lamentato una “criminalizzazione” delle organizzazioni puntando il dito sia sui fermi amministrativi che sulle quarantene.

Uno strumento quest'ultimo, come spesso dichiarato dagli attivisti di diverse Ong, considerato come un freno appositamente attivato dalle autorità italiane per evitare il soccorso in mare. Ecco perché l'equipaggio dell'Aita Mari ha quindi esultato alla notizia della possibilità di riprendere il cammino verso casa senza alcuna quarantena.

In realtà il blocco delle navi per due settimane non è mai stato un freno ma, al contrario, una misura di sicurezza vista la situazione sanitaria nel nostro Paese. Inoltre sia nell'estate 2020 che nella scorsa primavera in più occasioni da navi Ong sono sbarcati migranti risultati poi positivi al tampone.

Sulla scelta di non far osservare la quarantena potrebbe aver influito il miglioramento del quadro epidemico in Italia. Ma non è da escludere anche una mossa politica volta a spegnere ulteriori polemiche con il mondo orbitante attorno le Ong.

La Aita Mari potrebbe essere solo la prima tra le navi umanitarie a salpare senza osservare i giorni di quarantena. Da qui in avanti, in caso di tamponi negativi, le navi degli attivisti potrebbero aver maggior via libera per le loro missioni dinnanzi le coste libiche.

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