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"Aiutare le imprese subito". Così Fi cambia il dl Sostegni

Lavoro, fisco e aziende al centro delle proposte azzurre. Tajani: "Con Draghi ci aspettiamo risultati concreti"

"Aiutare le imprese subito". Così Fi cambia il dl Sostegni

«Forza Italia sta al governo per farsi sentire, non in maniera passiva. Abbiamo consegnato le nostre proposte ai nostri tre ministri che si impegneranno con il presidente del Consiglio e con il ministro dell'Economia per ottenere risultati concreti, certamente questo non è il governo del Pd né del M5s, è un governo di unità nazionale quindi deve essere fatta una sintesi». Antonio Tajani introduce con un messaggio politico la conferenza stampa in cui gli azzurri presentano le proposte di potenziamento del dl Sostegni.

L'obiettivo è conquistare centralità all'interno del governo Draghi e fare in modo che le garanzie non escludano la platea delle pmi, dei liberi professionisti, delle partite Iva, ovvero tutto quel mondo che vede nel centrodestra il suo riferimento più naturale. Per questo, spiegano gli azzurri, bisogna fare arrivare in tempi rapida la liquidità ai settori colpiti e semplificare al massimo le procedure. In particolare, Forza Italia sta lavorando per inserire nel provvedimento un fondo per le pmi, una indennità per le città d'arte, un fondo per il settore degli eventi e della convegnistica e per tutto il mondo della montagna. Punti su cui ci sarebbe condivisione con il premier Mario Draghi.

«Senza impresa non c'è lavoro e senza lavoro non c'è speranza», dice Tajani nel corso della presentazione cui partecipano i capigruppo, Annamaria Bernini e Roberto Occhiuto, il capo dei Dipartimenti Alessandro Cattaneo (che ha svolto un lavoro di ascolto e di raccordo con le categorie), il responsabile Economia Massimo Ferro, la responsabile Attività produttive Claudia Porchietto, il presidente della Commissione di vigilanza su Cdp Sestino Giacomoni.

Il pacchetto di proposte, un documento di 44 pagine, tocca diversi punti. Liquidità, fiscalità, rottamazione ter e cartelle esattoriali, un patto fiscale, interventi mirati per il settore della montagna e del turismo, interventi per i professionisti e per il comparto agricolo, sblocco degli sfratti, interventi a favore della musica e degli spettacoli dal vivo, sostegno alle attività sportive e alle famiglie. Una azione che deve avere un respiro diverso dal passato. «Abbiamo sempre lamentato il fatto che il mondo fosse nei provvedimenti del governo precedente spaccato in due, i garantiti e i non garantiti che avevano il dovere di rimanere chiusi», dice Anna Maria Bernini aggiungendo che «abbiamo ottenuto l'eliminazione dei codici Ateco ed è stata ampliata fortemente la platea dei destinatari. Teniamo in grande considerazione il dramma delle chiusure a singhiozzo, un blocco di consumi con cui si perdono 80 milioni al giorno. Servono potenti dosi di liquidità, linee di credito semplificate, piani di rientro agevolati e più lunghi».

La cosa più importante sono, però, le modalità di erogazione. «I pagamenti devono essere assicurati attraverso bonifici sui conti delle aziende e delle partite Iva, 12 miliardi sono pochi se si considera la gravità della crisi», dice Occhiuto, sottolineando che «per questo motivo abbiamo chiesto un ulteriore scostamento di bilancio di 20 miliardi, entro i primi giorni di aprile. E poi serve la rottamazione delle cartelle esattoriali e un saldo e stralcio fino a 10mila euro». Alessandro Cattaneo si concentra sulla necessità di rendere più flessibile il mercato del lavoro: «Se per aiutare le aziende italiane serve fare debito pubblico buono bisogna procedere, ma bisogna anche rivedere il decreto dignità e il reddito di cittadinanza. Le aziende iniziano a guardare oltre il tunnel e vogliono essere messe nelle condizioni di potersi rialzare, essere libere da vincoli, anche attraverso lo strumento dei voucher. Si vada oltre il disastro della pandemia, serve un ecosistema di regole competitive leggere, questa può essere un'ottima occasione per le riforme». La sintesi finale è affidata a Sestino Giacomoni: «L'obiettivo del decreto è salvare le imprese, per salvare il Paese. Il tutto seguendo tre linee di azione, le tre L: libertà d'impresa, liquidità e lavoro.

Occorre rimuovere tutti i lacci e i lacciuoli che frenano l'attività d'impresa, semplificando il più possibile per ripartire».

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