Un albergo da 72 camere a Roma preso d'assalto da irregolari. Avrebbe dato lavoro a 25 persone

Un albergo da 72 camere a Roma preso d'assalto da irregolari. Avrebbe dato lavoro a 25 persone

Esattamente un mese fa, nello studio di Virus , in prima serata su Rai2 , la telecamera zoomava sugli occhi azzurri di Fabrizio Gianni, l'unico imprenditore italiano (del resto queste cose possono accadere solo in Italia) il quale paga perfino le bollette di luce, acqua e gas alle famiglie abusive che hanno occupato il suo albergo poco prima che l'hotel venisse inaugurato. Succede a Roma, in via Tiburtina n. 1064, dove spicca l'insegna «Aniene Roma Palace»: quattro stelle di comfort che non hanno mai brillato, spente sul nascere dai professionisti dell'esproprio immobiliare. Il conduttore di Virus , Nicola Porro, non manca di sottolineare che «una storia come questa vale più di 10 finanziarie»; nel senso che uno Stato che non riesce a tutelare la proprietà equivale a uno Stato che affossa in culla qualsiasi tipo di iniziativa imprenditoriale. Chi volete infatti che investa in un Paese dove si è liberi - impunemente - di sfondare un portone, minacciare il custode e «prendere possesso» di 72 camere nuove e arredate di tutto punto?

Stanze che - ricorda al Giornale Fabrizio Gianni - erano già state prenotate da decine di turisti che sarebbero arrivate da maggio 2013 in poi. Peccato però che la notte del 6 aprile dello scorso anno (lo stabile era stato concluso il 27 febbraio ed era solo in attesa del certificato di agibilità) gli unici «turisti» che arrivarono furono i presunti «senza tetto» del movimento di protesta «Tsunami tour» che, con un «blitz militare», immobilizzarono il portiere di guarda all'hotel, impadronendosi dell'intero stabile. La polizia arrivò poco dopo l'irruzione ma riuscì solo a garantire l'incolumità del custode, l'unico costretto ad abbandonare su due piedi il proprio appartamento di servizio. Quanto ai 200 abusivi autoproclamatisi «nuovi padroni» del palazzo, loro no, sono rimasti: finora nessuno è intervenuto per sgombrarli.

«Non solo non siamo rientrati in possesso del nostro albergo - sottolineano i responsabili della società proprietaria dell'Aniene Palace Hotel -, ma siamo in causa col Comune di Roma e l'Acea per una serie di contenziosi amministrativi figli di questa situazione assurda che si sta trascinando da oltre un anno e mezzo e che proseguirà chissà fino a quando». Nel frattempo, tanto di cappello all'assoluta civiltà del signor Fabrizio Gianni che non solo non alza la voce (e ne avrebbe ben donde...), ma arriva a dire: «Mi hanno insegnato che prima delle cose, vengono le persone...». Peccato invece che - per il nostro Stato - prima della tutela delle persone perbene, venga spesso quella dei delinquenti.

Lo dimostra il fatto che, nella sola Roma, attualmente sono ben 105 i proprietari di immobili che si trovano, più o meno, nelle medesime condizioni di Fabrizio Gianni. Tra le «vittime», a volte, figura lo stesso Stato, considerato che sono parecchie le ex scuole e gli uffici pubblici che nella Capitale si sono trasformati da patrimonio demaniale in «patrimonio privato» del variegato popolo degli occupanti. Per non parlare delle migliaia di case popolari che in tutta Italia sono state scippate agli aventi diritto titolari in spregio a qualsiasi legge. E che dire degli inquilini costretti a barricarsi dentro nel terrore che qualcuno «subentri» sfondando la porta? Quando il signor Gianni mantiene il suo encomiabile self control , probabilmente pensa proprio a queste situazioni drammatiche. Ma la vicenda del suo «Aniene Roma Palace» resta comunque surreale.

In via Tiburtina 1064 la grande famiglia abusiva che vive in quello che le carte catastali già definiscono «ex albergo», si è allargata sempre di più. Al nucleo originario degli italiani, si sono aggiunti immigrati di varia etnia.

Intanto al signor Gianni rimane solo un lusso: quello di essere un galantuomo.

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