La Alex attracca a Lampedusa Stop di Salvini: «Non sbarcano»

Il Viminale: complici degli scafisti, forze dell'ordine pronte La Ong: sequestro di persona. Porti, scontro Roma-Berlino

N ea nche le invitassero a nozze. Le due navi Alex e Alan Kurdi delle Ong Mediterranea Saving Humans e Sea Eye, che nei giorni scorsi hanno fatto il pieno in mare di immigrati, si sono dirette a Lampedusa, dove è già attraccata Alex, e chiedono l'autorizzazione allo sbarco. E dire che non sono gradite, tanto che per loro era scattato il divieto di ingresso, transito e sosta in acque territoriali. Ma se ha potuto Sea Watch 3 allora si può. Il comandante Carola Rackete è stata persino benedetta dal gip di Agrigento, che ha intravisto dei reati ma li ha considerati giustificati perché stava eseguendo il compito di salvare vite, salvo mettere a repentaglio quella di 5 finanzieri a bordo della motovedetta che ha speronato, ma su questo punto il gip ridimensiona. E allora ecco il copione: le due navi hanno invocato lo stato di necessità e hanno forzato il blocco navale.

«Non ci fanno sbarcare accusa Mediterranea -. È sequestro di persona». «Ridicolo», risponde il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che mantiene la linea dei porti chiusi anche dinanzi all'invito per iscritto da parte del suo omologo tedesco Horst Seehofer di «ripensarci». La Germania si offre di «accettare parte dei migranti» ma non per via dello Stato di bandiera invocato da Salvini, quanto come Paese dell'Ue che fa la propria parte. Il ministro dell'Interno tedesco si è appellato alla «comune responsabilità europea» e ai «nostri valori cristiani condivisi». «Le chiedo di riconsiderare la sua posizione di rifiutare l'apertura dei porti italiani», scrive Seehofer in una lettera a Salvini. Ma la risposta del titolare del Viminale - che sula Libia ammette che «non è un porto sicuro - è ancora uno «no». «Chiediamo anzi al governo Merkel di ritirare la bandiera tedesca a navi che aiutano trafficanti e scafisti, e di rimpatriare i loro cittadini che ignorano le leggi italiane».

Alla Alex, con 41 persone a bordo, Malta aveva messo a disposizione il suo porto, dopo un accordo con Salvini sulla ripartizione di migranti. Ma Mediterranea sin dall'inizio ha trovato una serie di giustificazioni per non andarci. E così ieri, poco prima di forzare il blocco ha scritto: «Di fronte alla intollerabile situazione igienico-sanitaria a bordo, Alex ha dichiarato lo stato di necessità e si sta dirigendo verso il porto di Lampedusa unico possibile porto sicuro di sbarco». Eh già, perché venerdì la Ong si appellava all'impossibilità per il veliero di arrivare fino a Malta, anche se era arrivata tranquillamente in zona Sar libica, e finalmente ieri la barca si è riempita di rifiuti. «In queste condizioni andare a Malta metterebbe a rischio la sicurezza e l'incolumità delle persone», ha twittato.

È un'altra dichiarazione a fare intravedere il possibile motivo: entrando a Malta si incorrerebbe in conseguenze pesanti. «Sono inquietanti le notizie di stampa che denunciano l'esistenza di un accordo tra i governi italiano e maltese finalizzato al sequestro dell'imbarcazione Alex e all'arresto dell'equipaggio». Immediata la reazione di Salvini: «La nave dei centri sociali, che a quest'ora sarebbe già arrivata a Malta infrange la legge, ignora i divieti ed entra in acque italiane . Vediamo se anche in questo caso la giustizia tollererà l'illegalità: in un Paese normale arresti e sequestro della nave sarebbero immediati. Questi non sono salvatori, sono complici dei trafficanti di esseri umani». E fa sapere che al Dl Sicurezza bis la Lega presenterà emendamenti per aumentare le multe fino al milione di euro e rendere più semplici i sequestri dei mezzi.

Anche la Alan Kurdi, che ha a bordo 65 immigrati, ha chiesto l'autorizzazione allo sbarco.

«Non siamo intimiditi da un ministro dell'Interno ma siamo diretti verso il più vicino porto sicuro scriveva Sea Eye poco prima di forzare il blocco -. Si applica la legge del mare, anche quando qualche rappresentante di governo rifiuta di crederlo».

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