RomaL'amministratore delegato di Etihad James Hogan, giunto ieri mattina a Fiumicino con un «suo» volo da Abu Dhabi per trattare dell'acquisto di Alitalia, aveva con sé un bagaglio a mano. Altrimenti avrebbe rischiato di non vedersi riconsegnata la sua valigia. Con il doppio esito di dover far ricorso a un frettoloso shopping capitolino e di farsi un'idea non proprio lusinghiera del principale hub della compagnia che sta provando ad acquistare. O per meglio dire, a salvare.
Visto da questa non trascurabile ottica, lo sciopero «bianco» messo in atto da domenica sera dai dipendenti dell' handling di Alitalia - quei lavoratori incaricati della movimentazione dei bagagli - per protestare contro i 2.171 esuberi previsti dalla trattativa, molti dei quali dovrebbero riguardare proprio il personale di terra, assomiglia tanto a un autogol. O al gesto del marito che si evira per far dispetto alla moglie.
Fiumicino è nel caos. Proprio mentre si avvicinano i giorni più caldi dell'anno del primo scalo italiano. Centinaia di bagagli non riconsegnati ai proprietari, stipati sui carrellini e fermi nella struttura in cui vengono smistati dall'aeromobile ai nastri e viceversa. Pesanti disagi per i passeggeri, «che in alcuni casi hanno atteso anche 40/45 minuti prima di poter scendere dall'aereo», fa notare l'Enac. «I lavoratori fanno il loro dovere applicando il contratto - spiega il segretario territoriale della Cgil Paolo Pagnotta -. Stanno garantendo l'indice della produttività e tutto il contributo umano che può essere dato, ma non di certo con i ritmi che vengono sostenuti in altri momenti». Insomma, le valigie vengono lavorate «con comodo». Se si pensa che già normalmente la riconsegna bagagli è il tallone d'achille dello scalo romano si possono intuire le conseguenze.
Il disastro. «Quello che sta succedendo all'aeroporto di Fiumicino per lo smistamento dei bagagli è intollerabile e incomprensibile», taglia corto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi. Se ne accorge anche Giovanna Ceccarelli, responsabile lavoro del Pd di Roma. «La protesta di questi giorni a Fiumicino - ammette - è masochista. Essa danneggia Roma, danneggia i turisti e di conseguenza le migliaia di romani che lavorano con il turismo. La vertenza Alitalia, tutta romana per gli effetti sull'occupazione, rischia se non gestita bene da alcuni sindacati, di essere un boomerang per tutta la città». E il Codacons promette una «denuncia in Procura per interruzione di pubblico servizio» e sobilla i viaggiatori che «abbiano subito danni, compreso quello da vacanza rovinata» a «valutare un'azione risarcitoria». Una class action del genere è l'ultima cosa di cui Alitalia abbia bisogno ora.
La buona novella è che oggi e domani l'agitazione sarà sospesa, anche se potrebbero esserci ancora disagi per l'accumularsi del lavoro pregresso.
E mentre Adr, la società di gestione, fa notare che «le operazioni di handling non rientrano nel perimetro delle attività svolte da Aeroporti di Roma», il sindaco di Fiumicino Esterino Montino si schiera con i lavoratori, che «guardano con sospetto ai riassetti societari, ai rilanci aziendali visto che in passato non hanno fatto altro che ingrossare le fila dei disoccupati».
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