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"Allarghiamo l'alleanza. La Lega deve entrare nella famiglia del Ppe"

Berlusconi vuole rinsaldare i legami con Salvini e Orban. L'attacco a Conte: solo tasse

"Allarghiamo l'alleanza. La Lega deve entrare nella famiglia del Ppe"

Contro il governo Conte e la sua manovra in Italia, con il neo commissario Ue Paolo Gentiloni in Europa. Per un Ppe che allarghi la famiglia alla Lega di Matteo Salvini, contro i dazi di Donald Trump, per i quali servono aiuti alle imprese italiane colpite.

L'eurodeputato Silvio Berlusconi a Bruxelles segue l'audizione del responsabile all'Economia e il discorso lo convince: «Mi è sembrata una prestazione buona, spero che abbia soddisfatto coloro che hanno posto le domande. Naturalmente, noi sosteniamo Gentiloni, come italiano che può essere nella Commissione anche riguardoso di tutti i problemi dell'Europa, ma sempre avendo come primo input la difesa degli interessi dell'Italia». In particolare, al leader di Forza Italia piace un passaggio: «Sono d'accordo sulla necessità di usare maggiore flessibilità. È la nostra posizione: l'avevo chiesto da presidente del Consiglio nel 2004 e l'avevo ribadito nel 2010». Alla fine dell'intervento davanti alle commissioni competenti del Parlamento Europeo, Berlusconi si fa incontro a Gentiloni e gli stringe la mano. I due ex premier, di partiti avversari, fanno fronte comune nell'interesse dell'Italia.

Ma il Cavaliere riafferma anche l'opposizione al Conte bis, attaccando la nota di aggiornamento del Def che per lui alza le tasse e dicendo che si deve andare «nella direzione opposta». Sottolinea la posizione di Fi nel centrodestra e nel Ppe, spiegando che a Bruxelles continua a lavorare perché «la grande famiglia della democrazia e della libertà di cui siamo parte integrante», cambi alleanze. Riferendosi alla recente apertura ai popolari di Giancarlo Giorgetti, che ha parlato di sintonia con la Csu bavarese (che è nel Ppe) si augura un avvicinamento del partito di Matteo Salvini, come un superamento della sospensione del Fidesz del premier ungherese Viktor Orban. Con un lapsus il leader azzurro confonde i due Mattei e dice Renzi al posto di Salvini, generando sorpresa, ma una nota precisa subito che si riferiva alla Lega e non ad Italia viva. Su questo punto il Cav insiste da giorni, ne ha parlato anche con il presidente del Ppe Joseph Daul e assicura che le porte sono aperte. La sua idea è rinsaldare in Europa i legami del centrodestra e anche Salvini probabilmente si è convinto che sarebbe vantaggioso un ingresso nel Ppe. Sul fronte italiano, nei prossimi giorni è atteso il vertice tra Salvini, Berlusconi e Giorgia Meloni.

Il Cav è duro sulla manovra: «Ci sono nuove tasse per 10,6 miliardi e le riduzioni di imposta sono soltanto 2,5 miliardi per la riduzione del cuneo fiscale, una riduzione lievissima che potrebbe rappresentare soltanto 20 euro al mese per ogni lavoratore. Siamo sempre convinti che bisogna applicare anche in Italia l'equazione della riduzione dei costi, dell'aumento della crescita e del benessere che ovunque ha dato risultati straordinari».

Il grande allarme dell'Europa è per i dazi degli Usa, per Berlusconi qualcosa «che ostacola il libero mercato e va a finire sempre addosso ai cittadini».

In Italia colpirebbero prodotti simbolo e il Cav cita parmigiano reggiano, provolone, prosciutto, pecorino romano, annunciando che Fi chiederà «in Parlamento, al governo, di sostenere con degli aiuti le aziende che fossero messe in difficoltà».

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