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Allarme barchini, business da 30 milioni. Al Viminale il vertice con 007 e Marina

L'«invasione» dei barchini, ben 1.670, in gran parte in ferro, pericolosi e a basso costo, che partono dalla Tunisia con un ritmo medio di 308 migranti illegali sbarcati al giorno in Italia dall'inizio dell'anno

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L'«invasione» dei barchini, ben 1.670, in gran parte in ferro, pericolosi e a basso costo, che partono dalla Tunisia con un ritmo medio di 308 migranti illegali sbarcati al giorno in Italia dall'inizio dell'anno. E un incasso totale dei trafficanti di oltre 30 milioni di euro. La riunione al Viminale di ieri con tutti gli apparati coinvolti dalla Marina, alla Guardia costiera, ai servizi segreti e forze di polizia ha fotografato l'emergenza nei primi otto mesi dell'anno.

La Tunisia rimane saldamente al primo posto per le partenze verso l'Italia con 75.460 arrivi, in pratica una media di 308 al giorno rispetto ai 65 dello corso anno. L'impennata è del 376% e se la Guardia costiera tunisina non si fosse prodigata nel tamponare l'ondata a quest'ora avremmo sfiorato i 160mila sbarchi. I tunisini sono riusciti ad intercettare 45.610 migranti, il 162% in più rispetto al 2022. La dimostrazione che un pattugliamento congiunto con la nostra Marina al limite delle loro acque territoriali con i tunisini che riportano a terra i migranti potrebbe ottenere risultati ancora migliori.

Un'altra novità, rispetto allo scorso anno, è non solo l'aumento dei natanti utilizzati per la traversata saliti a 2108 rispetto ai 1585 di tutto il 2022. I migranti si sono follemente affidati, soprattutto a 1670 barchini, instabili, che con un po' di mare rischiano di affondare. Solitamente sono composti da lamiere di ferro saldate alla meno peggio lunghi pochi metri, che trasportano una quarantina di persone appiccicate. Spesso vengono trainati dai pescherecci coinvolti nel traffico, che una volta chiamati i soccorsi della Guardia costiera di Lampedusa abbandonano i migranti in mezzo al mare portandosi via i motori. La linea low cost dei trafficanti, che fanno pagare dai 400 ai 600 euro a migrante in dinari tunisini. In media 20mila euro a barchino e calcolando che sono arrivati 1670 significa un incasso dall'inizio dell'anno di 33 milioni e 400.000 euro.

Il grosso delle altre imbarcazioni, secondo i dati presentati al Viminale, si dividono fra 208 gommoni, anche pericolosi ed instabili, oltre ad 11 barconi e 15 pescherecci che partono solitamente dalla Libia. Ogni peschereccio può portare fino a 700 migranti, ma al momento queste maxi traversate, soprattutto dalla Cirenaica, sono quasi azzerate.

In Tunisia la principale area di imbarco è Sfax, il governatorato centro meridionale con 64.925 migranti, l'87% del totale. Altre zone di partenza sono state individuate a Medenine, sempre a sud e poi a nord nel governatorato di Nabeul, da Ben Arous e quello centrale di Mahdia e dalle città di Monastir, Sousse, Bizerte e Tazarka. A seconda dei porti di imbarco la distanza con Lampedusa varia da 75 a 135 miglia nautiche. Talvolta i barchini vengono trainati o accompagnati per circa due terzi del percorso prima dell'arrivo dei soccorsi. La traversata dura solitamente 24-48 ore.

Un'altra novità rispetto al 2022, evidenziata nella riunione al Viminale, è la drastica riduzione dell'arrivo di tunisini, - 24% rispetto allo scorso anno. In tutto, calcolando anche la rotta balcanica e libica, sono 9.283. E su 180 arresti legati all'immigrazione clandestina, 68 sono di nazionalità tunisina.

Il vero boom dalla Tunisia è rappresentato dai migranti provenienti dall'Africa centro-occidentale a cominciare dagli ivoriani 9.079, seguiti da 8.908 persone dalla Guinea, dove si è registrato uno dei dieci golpe degli ultimi anni, e Guinea Bissau.

Gli altri africani arrivati in Italia, via Tunisia, arrivano dal Burkina Faso, Camerun, Mali e Gambia.

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