Allarme delle Asl sui vaccini: troppi bimbi, dateci rinforzi

Il testo fissa la scadenza a settembre, l'ira dei medici: «È impossibile». Chiedono personale e tempi più lunghi

Maria Sorbi

Tutti (si fa per dire) d'accordo sull'obbligo dei vaccini. Ma i medici cominciano a sollevare i primi dubbi. Non tanto sulla questione ideologica - si spera archiviata dal nuovo decreto legislativo - quanto sull'organizzazione pratica. Da vaccinare infatti ci sono 800mila bambini e ragazzini, di cui 290mila alle elementari. Ed è un attimo che nelle Asl e negli studi medici si crei un effetto imbuto che faccia collassare il sistema preventivo da qui all'inizio di settembre. Se davvero tutti i ragazzini «fuori legge» con le vaccinazioni vanno messi in regola entro il prossimo anno scolastico, sta per avere inizio una corsa contro il tempo complicata. E per di più in piena estate.

Negli ambulatori delle Asl i medici mettono le mani avanti e chiedono rinforzi. Già adesso, dopo l'allarme meningite e morbillo, hanno la fila perenne nelle sale d'attesa, figuriamoci se il vaccino va somministrato entro l'inizio di settembre a tutti i bambini che devono iscriversi a scuola e contemporaneamente a quelli devono provvedere al richiamo del morbillo.

Prima ancora che il ministero della Salute fissi le scadenze entro cui esaurire il piano vaccini, fioccano le proposte. Alla Asl di Roma chiedono fin d'ora che nell'eccezionale piano siano coinvolti anche i medici di famiglia e i pediatri. «Nelle sedi Asl - spiega il coordinatore delle vaccinazioni Roberto Ieraci - quadruplicheremo l'attività. Ci auguriamo che la Regione Lazio ci mandi rinforzi per aumentare i turni. Già ora siamo sommersi dalle richieste, con 150 vaccini al giorno, di più non riusciremmo a fare. Con l'aumento delle domande, dobbiamo aumentare anche le offerte e poter contare su altro personale: non solo medici e infermiere ma anche persone che rispondano al telefono e gestiscano le prenotazioni». I camici bianchi chiedono al ministro Lorenzin anche un dilazionamento dei tempi, per dare modo a tutte le famiglie di provvedere senza incappare già da settembre nelle multe (da 500 a 7.500 euro). L'ideale sarebbe fissare la fine di dicembre come limite ultimo per richiami e vaccinazioni. All'Asl di Milano stanno già pensando ad attività ambulatoriali extra: quelle attive al momento non riuscirebbero a rispondere per tempo a tutte le prenotazioni, impresa impossibile in piena estate. Come primo passo ogni città è alle prese con il censimento dei ragazzini da vaccinare e non sempre è facile avere dati certi. «Tra Milano e Lodi - spiega il responsabile vaccini Marino Faccini - stiamo calcolando che sui 30mila nuovi nati il 10% non è vaccinato o non ha fatto i richiami. Quindi per ogni anno abbiamo 3mila bambini da ricevere, dai nidi in su. Bisogna capire se al momento dobbiamo vaccinare solo i nuovi iscritti alle scuole o anche i bambini e ragazzi degli anni più avanzati». C'è anche chi propone di far vaccinare i bambini in farmacia, ovviamente dopo la visita del medico di famiglia o del pediatra. Insomma, occorre un lavoro di squadra su tutto il territorio nazionale. E mentre si pensa a oliare gli ingranaggi della macchina-vaccini, restano in piedi le polemiche contro. A cominciare dai medici obbiettori: in 150 hanno appena presentato ricorso contro l'ordine dei medici di Milano. Non si placano nemmeno le lotte dei genitori anti vaccinisti.

«A breve daremo istruzioni ai genitori e ai medici su come sottrarsi agli obblighi previsti dal decreto sulle vaccinazioni» annuncia il Codacons. L'associazione sta raccogliendo parecchie lettere di protesta di mamme che piuttosto che vaccinare il figlio stanno pensando di trasferirsi all'estero.

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