Matteo Sacchi
Non era un gigante, almeno per quanto riguarda la stazza fisica. Nemmeno, sia chiaro, bassissimo come lo racconta la vulgata. Napoleone Bonaparte (1769-1821) era alto 1 metro e 69 centimetri, qualcosina in più della media dei francesi dell'epoca. Ma come testimoniava, tra gli altri, il suo aiutante di campo, Gioacchino Murat, la sua altezza era «variabile»: «Quando indossa il cappello da generale, sembra diventare alto il doppio». Ecco il cappello, il bicorno, che nell'iconografia è diventato il simbolo del generale francese. Alla fine non c'è niente di più napoleonico.
E il motivo c'è: davvero di bicorni Napoleone ne ha avuti tanti, si dice circa 120. Si forniva dai migliori cappellai di Parigi, come Poupart & Cie e poi, dal 1813, Maneglier, e ne teneva contemporaneamente in «servizio» una dozzina. Conscio lui stesso, probabilmente, che fossero un oggetto simbolo. Quasi un feticcio capace di rassicurare a distanza i soldati. Pretendeva anche che fossero rinforzati in certi punti e con certe specifiche (era pignolo sull'attrezzatura, come tutti gli ufficiali d'artiglieria).
Ieri all'asta sarebbe andato proprio uno di questi bicorni (in giro per i musei del mondo ce sono altri 19). Ma nemmeno un cappello napoleonico qualunque. Secondo la casa d'aste francese Baecque & Associés, con sede a Lione, sarebbe proprio il cappello che cadde dalla testa dell'imperatore dei francesi durante la battaglia di Waterloo. A raccogliere il copricapo in feltro, attribuito tradizionalmente all'imperatore, sarebbe stato un ufficiale olandese. Da allora ha cambiato svariati proprietari. Ovviamente è difficile avere certezze sui cimeli ma, altrettanto ovviamente, è una chicca per i collezionisti: ha valore perfino la scatola lignea che ora lo contiene, si tratta della cappelliera in cui venne presentato per la prima volta all'Esposizione universale di Bruxelles nel 1897.
Questo spiega come da una base d'asta prevista tra i 30 e i 40mila euro si sia arrivati a venderlo per ben 350mila euro. Se la cifra vi spaventa, tenete presente che non è un record in materia: più o meno quattro anni fa un'azienda coreana ha acquistato, sempre a un'asta, un bicorno simile, conservato nella collezione della famiglia reale monegasca. Al modico prezzo di 1,9 milioni di euro.
Del resto su questo cappello caduto a Waterloo qualche alea c'è, lo stesso banditore d'asta ha spiegato che: «Come sempre con i souvenir storici, c'è un elemento di fascino e uno di dubbio». Magari ulteriori esami daranno qualche certezza in più. Chissà se il collezionista francese che l'ha acquisito se lo proverà... In effetti la tentazione sarebbe forte per chiunque.
Ma bisogna essere sinceri, forse Napoleone ne sorriderebbe. Lui lo sapeva bene: non tutti diventano dei giganti mettendosi in testa un cappello da generale. E del resto persino Lui, che grande lo era, a Waterloo ha lasciato ben più che un bicorno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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