
Allerta sì, ma senza allarmismo. Gli incidenti nelle manifestazioni a favore della Palestina gli ultimi due giorni fa a Torino - sono tenuti in attenta considerazione dal Viminale, dove la rotta rimane quella di non esacerbare gli animi, e si esclude peraltro che per mantenere l'ordine pubblico siano necessari interventi normativi. L'invito arrivato dal ministro Piantedosi alle forze dell'ordine è piuttosto quello di attenersi a moderazione e contenimento, cercando di accompagnare le manifestazioni verso un esito pacifico e tranquillo, tutelando il diritto di manifestare e assicurando, al contempo, l'ordine pubblico. Un equilibrio che lunedì scorso ha funzionato in alcune città, mentre altrove come in stazione Centrale a Milano non è stato possibile evitare l'uso della forza. Che, chiariscono dal ministero dell'Interno, resta una misura da prendere solo se necessaria. D'altronde, nessun funzionario di polizia chiamato a mantenere l'ordine pubblico in un corteo si sognerebbe mai di favorire lo scontro. Ogni episodio del genere, persino se innescato per esclusiva e comprovata responsabilità dei manifestanti, innescherebbe comunque una coda polemica, oltre che una serie di problematiche per le forze dell'ordine coinvolte.
Così Piantedosi, in questi giorni caldi nei quali si temono riflessi nelle piazze anche per gli eventuali problemi che la Flotilla dovesse avere nel suo avvicinamento alle coste di Gaza, ha pianificato una serie di colloqui a tre con questori e prefetti delle principali città interessate dalle manifestazioni per fare il punto. In ballo non c'è l'individuazione di aree o obiettivi sensibili, già attentamente presidiati in tutta Italia. Si ragiona invece sul fatto che non tutte le città sono uguali, visto che in alcune tutto è filato liscio e in altre si sono invece registrati scontri. E si valuta come non tutte le realtà antagoniste monitorate abbiano reagito alla mobilitazione per Gaza allo stesso modo: c'è chi ha sfilato per le strade scandendo slogan per la Palestina e chi ha forzato blocchi e scatenato scontri con le divise.
Proprio per questo, dal ministero si sottolinea la necessità che anche gli organizzatori di eventi e manifestazioni pro-Palestina facciano la loro parte. Un obiettivo che passa attraverso i canali di comunicazione aperti con gli attivisti, in una triangolazione costante tra prefetture, uffici di gabinetto delle questure e Digos: ogni volta che arriva un preavviso di manifestazione, la questura lo segnala alla Digos, che apre il contatto diretto con i promotori. A Roma, lunedì scorso, tutto è filato liscio, al netto dell'occupazione alla Sapienza, e non ci sono stati scontri nonostante la partecipazione massiccia al corteo.
L'obiettivo, anche per il prossimo appuntamento nella capitale, il 4 ottobre, è quello di replicare lo stesso modello: approccio soft delle forze dell'ordine moderazione e contenimento, appunto e responsabilizzazione degli organizzatori, ai quali spetta il compito di evitare infiltrazioni all'interno dei cortei dei soliti professionisti del disordine. Che, almeno sui social, già chiamano a raccolta per il 4 ottobre con toni e immagini da guerriglia.