I contagi scendono e con l'estate alle porte c'è voglia di normalità. Ma è allerta per la variante Delta, destinata a diventare prevalente nelle prossime settimane, che potrebbe fare di nuovo impennare i casi, come sta accadendo in molti Paesi, anche fuori dall'Europa. Proprio ora che tutta l'Italia è in fascia bianca e sta per cadere l'obbligo di mascherina all'aperto. Per frenare la sua diffusione (che per ora nel nostro Paese è stimata al 16,8%) e salvare le vacanze, gli esperti insistono sulle vaccinazioni e sull'importanza di completare il ciclo vaccinale. Le dosi sono in arrivo, non c'è nessuna emergenza vaccini, fa sapere l'esecutivo. Mentre alcune Regioni si stanno organizzando per anticipare la seconda dose e la comunità scientifica valuta il terzo richiamo, capace di coprire meglio eventuali nuove varianti. Il problema, intanto, è quello di convincere gli scettici, che nella fascia più a rischio sono ancora molti.
DUE DOSI
Va bene partire, ma bisogna farlo solo quando si è immunizzati. È l'appello degli epidemiologi. Francesco Vaia, direttore dell'Istituto nazionale malattie infettive Spallanzani di Roma, insiste sulla necessità di vaccinare tutti, anche «con il mix di vaccini che migliora la nostra capacità di produrre anticorpi», e di sequenziare le varianti. «Dobbiamo andare incontro alle persone per agevolarle nelle vaccinazioni e nel Lazio lo faremo con centri nelle località turistiche, ma prima dobbiamo tutti noi essere attenti e partire per le vacanze con la seconda dose di vaccino già fatta. Uno dei cardini delle nostre campagne è il convincimento, spiegare bene alle persone il valore dei vaccini e dare loro la consapevolezza», spiega. Anche l'immunologa Antonella Viola spinge affinché tutti concludano il ciclo perché la variante Delta è più trasmissibile e meno sensibile agli anticorpi: «Chi ha ricevuto una sola dose, può non solo infettarsi ma pure ammalarsi». I richiami vanno fatti e anche in fretta, puntando prima a coprire le persone con più di 50 anni piuttosto che i ragazzi. «Bisogna fare il richiamo senza rimandare a dopo le vacanze: finché non si è completamente vaccinati (10 giorni dalla seconda dose), bisogna continuare a usare mascherine e distanziamento. Solo dopo il ciclo completo di vaccinazione possiamo sentirci al sicuro», scrive l'immunologa su Facebook spiegando che generare immunità parziale nella popolazione durante una pandemia favorisce la circolazione di varianti resistenti agli anticorpi. Proprio quello che sta accadendo con la Delta. Insistere con le somministrazioni è l'unica via per uscirne. Lo ribadisce anche il ministro della Salute, Roberto Speranza: «Il vaccino è l'unica arma che abbiamo per chiudere una stagione così difficile ed aprirne una nuova. È un atto che ciascuno fa per sé e per la comunità in cui vive».
CASI TRA I NON VACCINATI
Dal report settimanale dell'Iss emerge che sono proprio i non immunizzati i più colpiti dal virus. «La maggior parte dei casi segnalati in Italia sono stati identificati in soggetti non vaccinati, cioè che non hanno ricevuto alcuna dose o che sono stati vaccinati con la prima dose o con il vaccino monodose entro 14 giorni dalla diagnosi stessa, ovvero prima del tempo necessario a sviluppare una risposta immunitaria completa», si legge nel documento sull'andamento dell'epidemia. Anche l'età media dei contagiati conferma l'efficacia dei vaccini, dal momento che attualmente l'incidenza più elevata si osserva negli under 60 che hanno una minore copertura vaccinale. Tra gli over 60 c'è una sacca di oltre 2,7 milioni di persone che non hanno ricevuto neanche una dose. Una settimana fa erano poco più di 2,8 milioni: i miglioramenti, dunque, vanno a rilento perché adesso è coinvolta la parte di popolazione più restìa all'immunizzazione. Ma con la variante Delta che incombe è più che mai cruciale vaccinare le fasce d'età più a rischio per evitare una nuova ondata.
I VACCINI CI SONO
Non c'è nessuna emergenza vaccini, fa sapere l'esecutivo. Infondati i timori dei governatori che prospettavano un luglio a secco. Tutt'altro.
Il prossimo mese arriveranno 14,5 milioni di dosi, 12,1 di Pfizer e 2,4 di Moderna, e si potrà precedere come previsto con i richiami. Rifornimenti che, secondo la struttura commissariale, «assicureranno anche le vaccinazioni eterologhe per gli under 60 che hanno fatto come prima dose il vaccino AstraZeneca».
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