Sarà interessante capire, nei prossimi giorni, quale ne sia la vera causa. Ma appare piuttosto evidente che qualcosa si stia incrinando nel rapporto personale tra Joe Biden e Volodymyr Zelensky. Da parte americana, verosimilmente, si soffre il peso crescente delle ricadute economiche (e a cascata politiche) della guerra in Ucraina, e forse il presidente sente la necessità di mostrare alla sua inquieta opinione pubblica che gli interessi nazionali hanno sempre la precedenza. Sul versante di Kiev, le perdite sanguinose sul fronte del Donbass e la frustrazione per le insufficienti forniture di armamenti americani spingono le autorità ucraine a usare toni insolitamente secchi nei confronti di coloro che, oltre Atlantico, sostengono concretamente loro e il loro disgraziato popolo.
Sta di fatto che ieri un insolito battibecco a distanza tra Biden e il portavoce della presidenza ucraina Serhyi Nikiforov non avrà mancato di deliziare le orecchie di Vladimir Putin al Cremlino. Il presidente degli Stati Uniti, parlando a un evento elettorale del partito democratico in California, ha affermato che Zelensky non avesse voluto dare ascolto ai ripetuti avvertimenti di un'invasione russa imminente inviati dalla Casa Bianca. «Molti hanno pensato che io stessi esagerando ha detto Biden -, ma noi disponevamo di informazioni certe che Putin avrebbe superato la frontiera. Capisco che fosse difficile comprenderne il motivo, ma questo è ciò che ha fatto. E Zelensky non volle ascoltare, così come molti altri». .
Affermazioni insolitamente severe, alle quali il portavoce di Zelensky ha presto replicato. «Le parole di Biden hanno certamente bisogno di una spiegazione», ha detto Nikiforov, il quale ha poi aggiunto che non solo prima dell'invasione del 24 febbraio scorso vi furono tra i due presidenti «tre o quattro telefonate con scambi di opinioni sul pericolo imminente di un'aggressione militare», ma soprattutto che «se ricordate, il presidente Zelensky invitò i partner a introdurre un pacchetto di sanzioni preventive per indurre il Cremlino a ritirare le truppe ammassate al confine. In questo caso ha concluso polemicamente Nikiforov possiamo dire che furono i nostri partner a non voler ascoltare».
Non finisce qui. Mikhaylo Podolyak, principale consigliere di Zelensky e uomo dal linguaggio sempre diretto, ha smentito Biden sostenendo che l'Ucraina si stava preparando all'aggressione russa fin dall'anno scorso, e che «avevamo saputo dell'invasione anche dalla nostra stessa intelligence». Con la differenza che, ha sottolineato con orgoglio Podolyak, «mentre gli altri ci davano per finiti entro tre giorni, noi sapevamo di poter resistere. Resta quindi da chiedersi ciò che gli altri Paesi, essendo a conoscenza dei piani di Mosca, abbiano fatto per fermare l'invasione. Se avessimo ricevuto armi fin da gennaio, le cose sarebbero potute andare ben diversamente».
Mentre la Casa Bianca e Kiev battibeccano, si muove Elon Musk: le forze armate ucraine hanno ricevuto sistemi Starlink, il servizio internet satellitare, dal fondatore e Ceo di SpaceX. Intanto Biden continua il suo giro virtuale per il mondo alla faticosa ricerca di Paesi disposti a sostenere il fronte anti russo.
Dopo aver raccolto poco e niente dall'India di Narendra Modi e dal brasiliano Jair Bolsonaro, è il turno dell'Arabia Saudita: il presidente Usa cercherà un sofferto compromesso con il principe Mohamed bin Salman, che ha sempre apertamente condannato per il brutale assassinio in Turchia dell'oppositore Khashoggi, nel tentativo di portarlo (magari con altre monarchie mediorientali) nel suo campo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.