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"Un alto esponente del governo chiese a Bper di salvare Etruria"

Non solo Boschi e Unicredit: La Stampa ricostruisce altre pressioni da Palazzo Chigi per salvare la banca di Arezzo

"Un alto esponente del governo chiese a Bper di salvare Etruria"

Non solo Unicredit: qualcuno del governo Renzi chiese anche alla Banca popolare dell'Emilia Romagna di acquistare Banca Etruria.

Lo rivela oggi La Stampa, secondo cui nel primi giorni del 2015 - cioè lo stesso periodo in cui Maria Elena Boschi aveva chiesto a Unicredit interessarsi alla banca di Arezzo - un "alto esponente" dell'esecutivo contattò i vertici di Bper perché valutasse un intervento a favore dell'istituto di cui era vice presidente il padre dell'allora ministro delle Riforme. E questo nonostante le due banche fossero in buoni rapporti e anzi proprio Bper era stata candidata a prendersi Etruria "della quale conosceva benissimo sia le potenzialità che i problemi", aggiunge La Stampa, che ricorda come nel 2014 la banca modenese si era ritirata dalla corsa, in cui si faceva sempre più insistente la Popolare di Vicenza.

"Guardammo il dossier Etruria come ne guardammo altri e decidemmo di non farne niente", dice al quotidiano torinese l'allora presidente Bper, Ettore Caselli, smentendo di aver ricevuto pressioni.

Sul fronte delle rivelazioni di Ferruccio De Bortoli, intanto, viene fuori che effettivamente l'allora presidente di Etruria, Lorenzo Rosi, avrebbe incontrato Federico Ghizzoni (Unicredit), anche se il legale di Rosi sostiene che sia avvenuto qualche settimana prima la presunta telefonata della Boschi e per "intercezione" di Mediobanca - in quel periodo consulente di Etruria per la trasformazione in spa -. Quest'ultima però smentisce tutto e sottolinea di "non aver avuto nessun ruolo nell’incontro e di non esserne stata a conoscenza". Del resto, Mediobanca aveva indirizzato Eturia verso fondi speculativi o banche estere, perché per la banca aretina non c'era interesse dagli istituti italiani.

L'avvocato della Boschi sostiene che a fare pressioni sulle banche italiane sia stata in realtà Bankitalia.

Le stesse pressioni che - ricostruisce sempre La Stampa - avrebbero però portato i vertici di Etruria a muoversi da soli per cercare un partner che evitasse il commissariamento, avvenuto poi nel febbraio 2015.

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