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Altolà Fdi a Salvini: niente fughe Fi: uniti sulla riforma elettorale

Meloni teme l'inciucio con Renzi sul «tavolo bipartisan» Gelmini: insieme possiamo dare sprint alla nuova legge

Altolà Fdi a Salvini: niente fughe Fi: uniti sulla riforma elettorale

I l tavolo bipartisan sulle emergenze del Paese, lanciato da Matteo Salvini, agita le acque nel centrodestra. A Giorgia Meloni non piace la mossa del leader della Lega che, a quanto sembra, ha fatto tutto da solo. «È una proposta incomprensibile - dice al Corriere della Sera -, che peraltro Salvini ha fatto a Pd e M5s prima di sottoporla a noi, i suoi alleati. Mi sembra un modo alquanto strano di tenere i rapporti nella propria coalizione». La fondatrice di Fdi non ci vede chiaro, soprattutto dopo l'apertura del numero 2 leghista, Giancarlo Giorgetti, ad nuova fase con Mario Draghi premier al posto di Conte. «Si vuole andare al governo insieme, o si vogliono scrivere assieme provvedimenti su alcune materie?», chiede. E, nel primo caso, bolla la proposta come «irricevibile».

I due partiti in crescita nella coalizione, dopo la fase di tandem sovranista, sono in competizione tra loro e la Meloni attacca anche nel merito della riforma elettorale. «Perché il Carroccio tratta sul proporzionale, quando ha raccolto le firme per abolire la quota proporzionale nella legge attuale?». A metà gennaio la Consulta si pronuncerà sul referendum voluto dalla Lega e appoggiato, tra mille malumori, dagli alleati. Ma i sospetti che Salvini giochi sotto banco con Pd, M5s e Matteo Renzi alimentano le tensioni. «La Lega - dice Giorgetti a Libero - è per il maggioritario che, unico, garantisce governabilità, ma se la sinistra contrappone il proporzionale puro o quello alla spagnola con premio di maggioranza, il secondo mi sembra il meno peggio». Poi, quando gli chiedono se al voto il centrodestra andrà unito, il ricorda che con il proporzionale «si è tutti contro tutti».

Sulla nuova legge elettorale anche Forza Italia vuole essere protagonista: pretende un confronto con la maggioranza e lancia la proposta di un tavolo del centrodestra per sostenere insieme un modello delle nuove regole. È la capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini, a prendere l'iniziativa, ponendo sia una questione di metodo che di contenuti, in una serie di colloqui con il capogruppo dem Graziano Delrio e con i presidenti dei deputati di Lega e Fdi, Riccardo Molinari e Francesco Lollobrigida. «Fi - dice - è, per consistenza, tra deputati e senatori, il terzo gruppo in Parlamento: la maggioranza si confronti con noi. Confido che il centrodestra si presenti con una proposta unitaria perché andare in ordine sparso, in una materia costituzionalmente sensibile, non è utile per nessuno, in primo luogo al Paese che ci vuole uniti e forti». Molinari e Lollobrigida rispondono all'appello e il confronto potrebbe iniziare presto, anche se non sarà facile superare le resistenze dei parlamentari, dopo il taglio delle poltrone. La Gelmini teme che i giallorossi vogliano cucirsi addosso l'abito elettorale più comodo, senza coinvolgere le opposizioni e fa le sue rimostranze a Delrio, spiegando che non si tollererà una mancanza di rispetto delle prerogative del parlamento, come è accaduto per la legge di Bilancio. Lui, pare un po' imbarazzato, assicura che sulle regole ci sarà condivisione. Lo dicono anche Dario Franceschini e Andrea Marcucci. Per gli azzurri bisognerebbe partire da un modello proporzionale con premio di maggioranza, un sistema misto che può garantire sia rappresentanza che governabilità. Ma va trovato l'accordo con gli alleati.

E la Gelmini chiede «di riunire con urgenza il tavolo delle opposizioni per definire una proposta comune sulla legge elettorale, perché solo un centrodestra unito può dare lo sprint giusto alla riforma».

Il governo è sempre più «in affanno», sottolinea, e dalla questione elettorale «dipenderà la concreta possibilità di ridare la parola ai cittadini».

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