Fuga da Conte: altri 37 grillini lasciano il M5S

Quasi 40 tra attivisti e consiglieri pentastellati dell'Emilia-Romagna si tirano fuori dal Movimento: ora le fronde sui territori preoccupano l'ex premier

Fuga da Conte: altri 37 grillini lasciano il M5S

Il nuovo corso del M5S targato Giuseppe Conte non è di certo iniziato nel migliore dei modi. Oltre ai dissidi per la riforma della giustizia, l'ex presidente del Consiglio deve fare i conti con una serie di malumori che si registrano soprattutto sui territori: sono molti i sostenitori grillini delusi dall'operato del Movimento 5 Stelle all'interno del governo e che denunciano dunque un cambio di passo ancora assente nonostante l'avvocato sia stato nominato nuovo leader pentastellato. Una vera e propria fuga è andata in scena in Emilia-Romagna, dove in 37 (tra attivisti, consiglieri comunali ed ex consiglieri) hanno scelto di tirarsi fuori dalla galassia gialla.

La fuga dal M5S

La comunicazione è stata resa nota attraverso una dichiarazione congiunta in cui è stata ricordata anche "MovExit", l'iniziativa del 10 agosto che ha visto l'uscita in contemporanea di un folto gruppo di attivisti ed eletti locali. Tra i nuovi fuoriusciti si contano cinque consiglieri comunali in carica, sei ex consiglieri comunali e ben 26 attivisti delle province di Bologna, Ferrara, Forlì, Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Tra questi figura anche Simone Benini, già candidato presidente della Regione nel 2020 e consigliere a Forlì.

A lui si aggiungono i consiglieri in corso di mandato Rossana Cepi e Luca Rossi di Rubiera (RE), Mauro Pernarella di Correggio (RE), Elena Rossini di Fiorenzuola d'Arda (PC) e Marco Signori di Bagnolo in Piano (RE); gli ex consiglieri Elena Piancastelli di Imola (BO), Manuela Bertani e Marco Bertani di Correggio (RE), Francesca Giusti di Bagnolo in Piano (RE), Daniele Vergini di Forlì; Daniele Ghirarduzzi, già candidato Sindaco a Parma.

La fronda che agita Conte

Si tratta sicuramente di un campanello d'allarme non indifferente per Conte: il suo nuovo M5S non sembra avere una funzione così compattatrice come lui invece aveva giurato. In questi giorni non sono mancate dimostrazioni in tal senso, come testimonia ad esempio l'addio della senatrice Elena Botto. La preoccupazione dell'ex premier è alta: teme che i mal di pancia sui territori possano sfociare in un'altra batteria di addii e fughe.

Infatti - spiega l'Ansa - viene fatto notare che nelle province di Reggio-Emilia, Piacenza, Parma e Ferrara già il 7 luglio scorso si era costituito il Comitato Interprovinciale Alternativa Emilia, partecipato da attivisti e consiglieri che, "pur nella propria autonomia,

fa essenziale riferimento alla componente parlamentare de L'Alternativa c'è". Si tratta del gruppo partorito dopo l'esclusione di deputati e senatori M5S per non aver votato la fiducia al governo guidato da Mario Draghi.

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