Anche il Motor Show di Ginevra finisce in terapia intensiva: il Coronavirus colpisce pure la Svizzera e, indirettamente, l'evento che quest'anno avrebbe dovuto celebrare il 90° anniversario. E così, a una settimana dai primi casi di contagio nel Nord Italia e con persone ora infettate anche nella Confederazione elvetica, il Salon de l'Automobile viene annullato. Nessun rinvio, l'appuntamento è per il 2021. Nei prossimi giorni si conoscerà l'ammontare del danno economico a carico dell'organizzazione, la Fondazione senza fini di lucro presieduta da Maurice Turrettini. Si sa solo che la rassegna, ogni anno, riesce a muovere un giro d'affari a Ginevra e dintorno (alberghi, ristoranti, sale meeting, fuorisalone, trasporti e servizi vari) pari a oltre 200 milioni di franchi svizzeri, più di 210 milioni di euro.
Un espositore, dicono i bene informati, arriva a spendere fino a 2-3 milioni per il proprio spazio, cifra che può raddoppiare con gli eventi collaterali. Per la Fondazione la perdita si preannuncia rilevante e già il presidente Turrettini, che per tutta la settimana aveva confermato il normale svolgimento, ha parlato di «salute finanziaria dell'ente a rischio crisi». A decidere la cancellazione è stato il Consiglio federale svizzero precisando che il provvedimento riguarda tutti gli eventi pubblici e privati che coinvolgono più di mille persone. Il Motor Show al Palexpo ginevrino, in proposito, aveva messo in conto tra i 500mila e i 600mila visitatori, molti dei quali in arrivo proprio dall'Italia. La rassegna, comunque, da alcuni anni risulta contagiata dalla crisi che ha già colpito manifestazioni analoghe dedicate all'auto: il Salone di Parigi, dopo il flop di due anni fa, cerca ora di reinventarsi puntando anche sulla moda; cancellato il Motor Show di Francoforte, che cederà il posto a un'altra città tedesca più trendy, come Berlino, Amburgo o Monaco di Baviera; anche a Detroit hanno dovuto abbandonare gennaio per tentare la svolta, il prossimo giugno, attraverso un'esposizione «open». Premiate, in questo momento, sono le formula del «salone diffuso» (il Parco Valentino di Torino da quest'anno in programma tra Milano e Monza, la Motor Valley Fest di Modena) o collegate ad altri eventi (il Salone del design milanese, le rassegne su hi-tech, digital e futuro di Las Vegas o Barcellona, in quest'ultimo caso saltata sempre per il Coronavirus). Quest'anno, al Motor Show di Ginevra (5-15 marzo) sarebbero mancati ben 17 costruttori, tra cui Lamborghini e Maserati, per scelte legate al contenimento delle spese o puramente strategiche.
Tra i 160 espositori c'è chi ha già deciso di optare per presentazioni virtuali e tavole rotonde in conference call, come Carlos Tavares, ad di Groupe Psa e futuro capo operativo di Fca-Psa. Iniziative analoghe sono in via di valutazione anche al quartier generale di Fiat Chrysler Automobiles. Ginevra, infatti, avrebbe fatto da contorno al lancio della prima auto elettrica del gruppo: la versione a emissioni zero della Nuova Fiat 500.
Senza il tradizionale affollamento di giornalisti e manager si svolgerà invece lunedì, al Palexpo, la cerimonia per la proclamazione dell'«Auto dell'anno 2020». Diretta sul web con presenti solo il presidente e il segretario della giuria dei giornalisti votanti.
L'annullamento del Motor Show di Ginevra, oltre a rappresentare un duro colpo per il Cantone svizzero, visto che è l'evento pubblico più importante, lo è soprattutto per il settore dell'auto, alle prese con momenti difficili.
Ad aggravare la situazione è l'epidemia da Coronavirus che oltre a colpire la domanda di vetture e alterare la catena dei fornitori, ha già messo in ginocchio la Cina, primo mercato mondiale (-27,4% le vendite a gennaio e -51,6% quelle dei veicoli più green). Secondo Moody's le consegne globali di quest'anno caleranno del 2,5% rispetto a una prima stima pari a -0,9%.
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