Coronavirus

Altri cinquecento arrivi a Lampedusa. "Sull'isola scoppia la bomba sanitaria"

Infettate due famiglie e un poliziotto. La rabbia del sindacato di Polizia. E Salvini chiede un incontro a Draghi e Lamorgese

Altri cinquecento arrivi a Lampedusa. "Sull'isola scoppia la bomba sanitaria"

Cinquecento migranti: tanti ne sono arrivati a Lampedusa nel giro di poche ore. La situazione sta diventando insostenibile, nel silenzio totale del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, che sulla vicenda, d'altronde come il resto dei ministri del governo, per ora non si esprime. Eppure c'è chi assicura che si sta lavorando per trovare una soluzione plausibile. Certo è che ieri Matteo Salvini ha ricordato come «nei primi due mesi di quest'anno ci sono stati 4.536 sbarchi, contro i 2.359 del 2020 e i 262 del 2019 con la Lega al governo». E ha annunciato che chiederà a breve un incontro, proprio sul tema migranti, al premier e alla titolare del Viminale.

Ma a Lampedusa i problemi sono numerosi. «L'altro ieri sera - racconta il coordinatore di Forza Italia, Rosario Costanza - intorno alle 22.30 è arrivato un barchino autonomo con circa 200 persone. Poi un altro sbarco nella nottata e in mattinata altri due. Così non si può andare avanti. Anche perché sull'isola non avevamo più Covid. Da quando sono tornati gli immigrati due famiglie di lampedusani si sono ammalate e sono a casa con febbre alta».

E c'è un altro problema: al porto si stanno ancora accumulando i barchini di chi arriva. Qualcuno viene addirittura abbandonato in mare. Tra poco non ci sarà nuovamente più spazio e sarà ancora emergenza. Mentre nell'hotspot di Contrada Imbriacola i nuovi arrivati stanno in promiscuità. Malati e sani sono tutti assieme, a stretto contatto. Lo dimostra un video girato nelle scorse ore che fa capire anche come i rappresentanti delle forze dell'ordine stiano rischiando molto. Alcuni di loro si sono ammalati dopo i contatti con i migranti. «Mio marito è chiuso in hotel da giorni - ci racconta la moglie di un poliziotto -. Sta male. Non è giusto prendere il Covid mentre stai svolgendo il tuo lavoro». Il segretario generale del Sap, sindacato autonomo di polizia, Stefano Paoloni, ricorda come «più volte alla Lamorgese è stato chiesto di creare appositi protocolli operativi e di far sì che gli uomini in divisa non siano il primo contatto con gli immigrati. Ma finora niente è stato fatto». Un rischio che aumenta ancor più con l'arrivo della temuta variante africana. Il coordinatore della Lega, Attilio Lucia, ricorda «i disagi a cui l'isola deve continuamente andare in conto. So che il mio partito sta lavorando intensamente per risolvere il problema, ma occorre fare presto, perché la bella stagione è in arrivo e i problemi si moltiplicano. A breve saremo nuovamente invasi. Servono accordi seri con i Paesi di partenza». Il tutto mentre, incuranti dell'indagine sulla Mar Jonio di Mediterranea, le altre Ong stanno imbarcando clandestini di fronte alle coste libiche. Sea Watch 3 ha già il suo carico ed è da scommettere che a breve chiederà un porto di sbarco, visto che si sta dirigendo verso le coste della Sicilia dopo il suo servizio di fronte a quelle libiche. Per loro nessuna regola che valga, ma solo la libertà di venire in Italia senza documenti, di essere mantenuti e di contagiare chiunque.

L'assurda contraddizione di un Paese che dice di voler sconfiggere il Covid.

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