Guerra in Ucraina

Altri due sindaci presi in ostaggio dai russi. Così Mosca li usa come merce di scambio

Gli ultimi casi a Beryslav e Hola. La vicepremier: "I rapiti sono già 14"

Altri due sindaci presi in ostaggio dai russi. Così Mosca li usa come merce di scambio

La strategia è ormai drammaticamente chiara. Le forze russe entrano nei municipi e portano via i sindaci eletti. Ormai quasi quotidianamente. Chi collabora con gli invasori diventa una sorta di infiltrato. Chi si ribella viene rapito e utilizzato come merce di scambio o arma di ricatto mentre al tempo stesso si interrompe la catena di potere locale. Ieri è successo a Oleksandr Babych, primo cittadino di Hola Prystan, cittadina occupata dai russi, nella regione di Kherson, nel sud del Paese. Lo ha riportato la Pravda ucraina. Secondo quanto riferito dal procuratore generale, le forze armate russe hanno rapito il capo del consiglio comunale sotto la minaccia di una pistola e attualmente lo tengono in ostaggio. I residenti di Hola Prystan, appresa la notizia, sono scesi in strada improvvisando una manifestazione di protesta intonando l'inno nazionale ucraino intonando slogan per dire che «Hola Prystan e tutta la regione di Kherson sono Ucraina».

Ma la pratica militare è ormai diventata comune. Sempre nella regione di Kherson, l'esercito russo ha rapito il capo della comunità di Mylivka, Oleg Yakhnienko. Mentre in precedenza anche il sindaco di Beryslav Oleksandr Shapolvalov. Un'ecatombe, che porta alla luce del mondo l'importanza del ruolo dei sindaci ucraini che stanno diventando ultimi baluardi di una resistenza che continua ad andare avanti. A partire dall'ex campione del mondo di pugilato Vitali Klitschko, sindaco di Kiev e volto noto a livello globale che su Telegram ha spiegato: «I russi continuano a fare cose atroci nei territori temporaneamente occupati con omicidi, rapimenti e torture. Dall'inizio della guerra sono stati rapiti 11 sindaci e altri 8 rappresentanti comunali», ha detto l'ex campione. Ma i numeri potrebbero essere ben peggiori.

Quel che è certo è che siano pochissimi quelli che si piegano all'invasore e diventano «fantocci dei russi». La vicepremier Iryna Vereschuk, braccio destro di Zelensky, ha parlato di almeno 14 sindaci rapiti. «Gli invasori chiedono la parità per i prigionieri, guardia per guardia, marinaio per marinaio. E, allora, con che cosa potremmo scambiare i nostri primi cittadini? Sulla questione chiediamo un intervento internazionale» ha detto. Alcuni, come Oleksandr Yakovlev, eletto a Skadovsk, ai limiti della Crimea, sono stati rilasciati a breve distanza di tempo dal rapimento. «Con noi hanno solo parlato. Sto bene. Continuerò a lavorare», ha riferito. Di altri invece, come Yevhen Matveyev, primo cittadino di Dniprorudne, a sud della centrale di Zaporizzja, non si ha più nessuna notizia e si teme per la sua vita.

Sul caso ha preso posizione anche lo stesso premier Zelensky: «Stanno rapendo i sindaci delle nostre città. Ne hanno uccisi alcuni. Alcuni di loro non li troviamo. Alcuni li abbiamo già trovati e sono morti», ha riferito.

L'ennesimo tragico capitolo di una storia drammatica ancora senza fine.

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