Altro assalto in nome dell'Isis A Notre-Dame è subito panico

Algerino urla «Lo faccio per la Siria» e colpisce un agente a martellate: abbattuto. 900 persone bloccate in Cattedrale

Altro assalto in nome dell'Isis  A Notre-Dame è subito panico

I l primo attacco terrorista sotto la presidenza Macron è contro un agente di polizia a presidio del simbolo della cristianità francese: la cattedrale di Nôtre-Dame. Siamo nel cuore della Parigi turistica. Sono le 15,40 di ieri quando un uomo presumibilmente algerino sulla quarantina si stacca dalla maglia di turisti davanti alla cattedrale. Tira fuori un martello. Si scaglia contro un poliziotto e comincia a colpirlo proprio nel piazzale antistante Notre-Dame. «Questo è per la Siria», grida, ferendo l'agente alla testa.

La rivendicazione è nel segno dell'Isis. Un segnale. Si tratta infatti di un «soldato» del Califfato islamico con l'intento di uccidere, avrebbe ammesso lui stesso prima di essere portato in ambulanza al Pitié-Salpetriere, l'ospedale del XIII arrondissement. L'immediata reazione di un altro agente evita la tragedia. Lo colpisce alle gambe prima che possa compiere «violenze più gravi», spiega il ministro dell'Interno Gérard Collomb, che giunto sul posto non esita a parlare di terrorismo nonostante gli «strumenti rudimentali usati».

In tasca, l'uomo aveva infatti una carta da studente che gli attribuisce nazionalità algerina e, oltre al martello, due coltelli da cucina. Armi non sofisticate, ma «è comunque terrorismo», pur in forma artigianale dice il rappresentante del governo. Solo il sangue freddo del collega del poliziotto aggredito gli ha impedito di compiere per intero un'azione che si presume pianificata con più ampi bersagli, turisti compresi. Infedeli, secondo i canoni dell'Isis.

Da giorni i portavoce del Califfato ripetono come nel Ramadan bisogna far avanzare la jihad con ogni mezzo. E l'azione di ieri riporta il panico a Parigi. La procura antiterrorismo ha aperto subito un'inchiesta. La presidenza della Repubblica anticipa a oggi il consiglio di Difesa per discutere l'estensione dello Stato di emergenza in scadenza a luglio e nuove leggi che permettano di restare vigili e prendere comunque provvedimenti semmai il Parlamento deciderà di non votarlo. La capitale, ripiombata nel panico con tre stazioni della metro chiuse per la messa in sicurezza dell'area, non si arrende. Il sindaco Anne Hidalgo, arriva a Notre-Dame nonostante lo sconsiglio della prefettura. Elogia «il coraggio, la prontezza e la professionalità delle forze di polizia che hanno potuto evitare un dramma». La zona antistante Notre-Dame resta inaccessibile per oltre tre ore, come le fermate Saint-Michel (linea 4 della metro e RER B), Cluny-La Sorbonne sulla linea 10 e Cité sulla 4.

L'uomo era «apparentemente solo». Ma le indagini proseguono perché davanti alla cattedrale c'è la sede della prefettura, considerata un bersaglio. A Parigi, è il terzo attacco all'arma bianca nel giro di pochi mesi: Louvre, fine gennaio, un uomo si scaglia contro i militari dell'operazione Sentinelle; due mesi dopo all'aeroporto di Orly un altro estremista armato di coltello sottrae il fucile mitragliatore a una soldatessa e viene neutralizzato prima che possa ucciderla. Poi l'azione sugli Champs-Elysees del 20 aprile, in cui resta ucciso un agente di pattuglia. Poliziotti, militari, sacerdoti. Orly, Louvre, e l'episodio in Normandia in cui fu ucciso padre Amel. La Francia teme lo Stato di emergenza permanente.

Nei prossimi giorni il procuratore di Parigi preciserà le circostanze dell'aggressione e ricostruirà il profilo dell'uomo, ma il copione sembra sempre lo stesso. Già l'estate scorsa a Notre-Dame si evitò il peggio: tre donne puntavano a far saltare in aria la cattedrale facendo esplodere un'auto imbottita di bombole di gas. Piano sventato.

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