Per tutti era solo «Marcello». Un dottore-amico da chiamare per nome. Di quelli di una volta, che ancora andava a casa dei suoi assistiti a sentirgli cuore e polmoni con lo stetoscopio. Marcello Natali, 57 anni, segretario della Federazione dei medici di Medicina generale (Fimmg) di Lodi, era un panda nella foresta della sanità selvaggia. E Marcello, morto ieri per complicanze legate all'infezione da Coronavirus, è stato tradito proprio da questa sua unicità, da questo suo spirito di servizio, da questa sua abnegazione. Il dottor Natali è l'ennesimo eroico camice bianco caduto sul fronte del contagio. Marcello, anche in forza della carica «sindacale», dall'inizio dell'emergenza si era sentito in obbligo (ma sarebbe meglio dire, in dovere) di scendere in campo, senza orari, senza risparmiarsi. Dalla mattina alla sera a visitare «casi sospetti», che nella sua zona di competenza, l'area di Codogno, aumentavano di ora in ora. Fino a diventare il lazzaretto più grande di'Italia e d'Europa. Infettarsi era probabilissimo, ma questo non ha fermato il dottor Natali. Prima di contagiarsi, aveva messo in rete dei video in cui raccontava la realtà drammatica del Lodigiano devastato dal morbo.
Marcello ha mollato - è stato costretto a mollare - solo quando ha cominciato egli stesso ad accusare i sintomi della malattia. Inevitabile il ricovero. In ospedale, alla luce di un quadro clinico privo di patologie pregresse, all'inizio erano moderatamente ottimisti: «Vedrai Marcello, c'è la farai». Invece le condizioni del dottor Natali si sono aggravate. Dopo il ricovero a Cremona, era stato trasferito a Milano. Intubato in terapia intensiva la situazione è precipitata nelle ultime 24 ore. E così Marcello è morto. Da solo. Senza che i suoi cari lo potessero salutare, dandogli l'ultima carezza. «Oggi dobbiamo dire addio a un altro collega, punto di riferimento non solo per i suoi pazienti ma anche per tutti i medici di famiglia - ha scritto Paola Pedrini, segretaria della Federazione italiana medici di medicina generale della Lombardia -. Natali avrà sempre la nostra infinita stima e il nostro riconoscimento». Per Marcello niente funerali, come prevede il protocollo sanitario sulle vittime del Covid.
Il suo corpo sarà cremato in quel forno del cimitero che da giorni non smette mai di «lavorare». Davanti al cancello una corona di fiori. Con su il suo nome, Marcello Natali, è una parola accanto: Medico. Con la «M» maiuscola.
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