«Con l'aumento contrattuale chi ha avuto gli 80 euro di bonus non li perderà, non è mai stato messo in dubbio». La promessa è firmata Marianna Madia e la rassicurazione, rilanciata anche dai sindacati, riguarda un problema tutt'altro che marginale. Il rischio che i benefici derivanti dal nuovo contratto si trasformino in un boomerang o in una polpetta avvelenata, andandosi a divorare il bonus degli 80 euro, generando un saldo negativo, ci sono tutti.
L'allarme rosso è appena scattato tra gli insegnanti. Gli aumenti che dovrebbero materializzarsi nel mese di marzo (o di aprile, secondo i meno ottimisti) sono di 96 euro in media al mese: 85 euro lordi al mese a cui si aggiungono all'incirca 450 euro di arretrati una tantum. Il nuovo contratto firmato il 9 febbraio riguarda 1 milione e 200 mila persone e scadrà a dicembre di quest'anno, poi bisognerà rinegoziare il tutto. Non è chiaro, però, come evitare l'incrocio pericoloso con le soglie che determinano il diritto ad avere accesso al più famoso dei bonus renziani. La busta paga di febbraio ha, infatti, innescato la protesta di moltissimi docenti che hanno segnalato al Giornale come piccoli sforamenti in sede di conguaglio fiscale di fine anno abbiano già determinato la restituzione degli 80 euro. Una sorta di gioco delle tre carte testimoniato dal cedolino riportato in questa pagina.
La dicitura è la seguente: «800/667 Conguaglio Art. 1 DL 66/2014». Si tratta, appunto, del bonus 80 euro di Renzi. Il caso non è certo isolato e anche i siti specializzati hanno dovuto registrare l'ondata di proteste. Orizzontescuola.it, ad esempio, ha pubblicato una nota esplicativa intitolata «Bonus 80 euro, come incide sul conguaglio fiscale», per venire incontro alle tante sollecitazioni. Un approfondimento in cui si ricorda che il bonus spetta per intero fino ai 24mila euro lordi; solo parzialmente da 24.001 a 26mila; non spetta affatto sopra i 26mila. E in cui si aggiunge che il dipendente può chiedere di essere escluso dall'applicazione del bonus. Il problema è che tra gli insegnanti sono moltissimi coloro che si attestano nella fascia 24-26mila euro e quindi si muovono sul filo tagliente di questa ghigliottina.
In teoria per ovviare all'impatto del «bonus boomerang» a partire dal primo gennaio 2018 la Legge di Bilancio ha rideterminato i limiti di reddito per l'accesso agli 80 euro. La soglia per i redditi da 8.174 a 24.000 euro aumenta a 24.600. La soglia dei redditi da 24.001 a 26.000 aumenta a 26.600. Si alza, insomma, sia il limite inferiore che quello superiore. Il problema è che individuare una regola generale per evitare il paradosso degli aumenti contrattuali (o dello stesso bonus degli 80 euro) che limano la busta paga è impossibile. Tanto più che gli aumenti sono lordi, mentre gli 80 euro sono netti.
La fotografia puntuale e amara di questo problema viene scattata da un professore che scrive a Orizzontescuola.it. «Grazie, perché nel 2017, oltre agli 80 mensili, ho arrotondato lo stipendio grazie a diverse attività extra (funzione strumentale, commissioni varie, attività extracurricolari valorizzate solo grazie al bonus di merito). Ora finalmente vedo l'impegno ripagato con uno stipendio di febbraio (e temo anche marzo, aprile, maggio e giugno) molto basso: iniziano a togliermi gli 80.
In pratica, ho lavorato di più ma gratis. Oggi che è il mio compleanno e ho ricevuto questo bel regalo, ringrazio Renzi, il Pd e la Buona scuola o come la chiamammo a suo tempo, e nome mai fu più azzeccato, la #BonaSola».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.