RomaMare nostrum, problema nostrum. Non parte sotto i migliori auspici l'operazione «Triton», con la quale la Ue dovrebbe, almeno secondo il nostro ministro degli Interni, Angelino Alfano, sostituirsi all'Italia nel difendere le frontiere marittime nel Mediterraneo. Annunciata ad agosto come «Frontex plus», Triton dovrebbe partire il primo novembre, ha un budget mensile di 2,9 milioni di euro (meno di un terzo di quanto Mare nostrum costa all'Italia) e, soprattutto, si affida alla «generosità» degli Stati membri per quanto riguarda la disponibilità di uomini e mezzi. Secondo Frontex servirebbero almeno sei imbarcazioni (due navi d'altura, due guardacoste, due motovedette), due aerei e un elicottero, ma all'appello lanciato lo scorso 26 settembre dall'agenzia che si occupa delle frontiere esterne dell'Unione, hanno risposto solo quindici membri su ventotto. E solo otto Paesi si sono offerti di fornire mezzi tecnici.
Si sono fatti avanti Spagna, Francia, Portogallo, Olanda, Finlandia, Lettonia, Malta e l'Islanda (che tra l'altro ha congelato i negoziati di adesione alla Ue, ma è un Paese Schengen). Non c'è l'Inghilterra, e soprattutto non c'è la Germania, che pure con Francia e Spagna era stata nel gruppo delle prime nazioni ad aderire all'operazione.
La locomotiva tedesca non ama l'acqua salata? Di certo Berlino s'è poco elegantemente sfilata: la Germania, che pure è tra le mete finali di molti dei passeggeri imbarcati sulle carrette del mare, compare solo tra i Paesi che hanno offerto la disponibilità di esperti (screeners e debriefers), come hanno fatto - tra le altre - anche altre due nazioni Schengen «esterne» all'Ue, Norvegia e Svizzera.
Una risposta così tiepida che persino il direttore di Frontex, Gil Arias-Fernández, lunedì ha rinnovato l'appello, sperando «sinceramente in una maggiore partecipazione», condizione essenziale per attuare appieno l'operazione Triton.
Stavolta l'Europa, a cominciare dalle nazioni traino dell'Unione, risponderà? Qualche dubbio è lecito. Lo scorso 9 ottobre proprio Alfano ha presieduto a Lussemburgo il consiglio Giustizia e affari interni, incentrato su flussi migratori e terrorismo. E il suo omologo tedesco Thomas de Maizière più che offrire l'aiuto della Germania ha approfittato del vertice per sparare a zero su Mare Nostrum, definito «un ponte verso l'Europa» che finirebbe sostanzialmente per dare una gran mano alle mafie che si arricchiscono con il traffico di clandestini. D'altra parte, che Triton «chiuda» l'esperienza di Mare Nostrum lo esclude lo stesso commissario Ue per gli affari interni, Cecilia Malmstrom, che presentando l'operazione ha detto che Triton «non può rimpiazzare e non rimpiazzerà» Mare Nostrum. Anche il memo della commissione Ue taglia corto: «Triton è pensato per sostenere gli sforzi italiani, e non rimpiazza o sostituisce gli obblighi dell'Italia nel monitoraggio e sorveglianza delle frontiere esterne di Schengen e nel garantire il pieno rispetto degli obblighi Ue e internazionali, soprattutto per quanto riguarda la ricerca e il soccorso in mare». Anche l'operatività sarà limitata ad acque prossime ai confini, essendo la missione orientata più a finalità di controllo che umanitarie.
Lo stesso Gil Arias-Fernández, nel suo appello di lunedì, ha ammesso che «l'obiettivo primario» dei (pochi) mezzi messi in campo da Triton sarà il pattugliamento delle frontiere, pur sottolineando che «salvare vite umane» resta «una priorità assoluta per la nostra agenzia». Non per la Germania, le cui imbarcazioni navigheranno in acque meno cattive.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.