Altro che l'Italia, c'è la Francia tra i paradisi fiscali in Europa. È lei a punire la nostra economia

Parigi ci accusa di fare dumping ma la verità è un'altra. Secondo gli analisti, Roma perderebbe ogni anno almeno 4 miliardi di euro

Altro che l'Italia, c'è la Francia tra i paradisi fiscali in Europa. È lei a punire la nostra economia
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All'ultimo scontro con la Francia, questa volta aperto da Parigi, Roma ha reagito con fastidio e stupore. All'accusa di fare dumping fiscale, lanciata dal primo ministro francese Bayrou alla vigilia del voto che potrebbe far cadere il suo governo, Palazzo Chigi ha replicato sottolineando che invece è l'economia italiana a essere "da molti anni penalizzata dai cosiddetti paradisi fiscali europei".

Secondo il Corporate Tax Haven Index compilato dall'ong Tax justice network, che si basa su 18 indicatori utilizzati per valutare le leggi in materia fiscale dei singoli Paesi (imposte minime, esenzioni, trasparenza), quattro tra i più importanti paradisi fiscali al mondo si trovano in Europa. E sono responsabili da soli di un terzo degli abusi fiscali delle grandi multinazionali. Parliamo di Stati che offrono aliquote fiscali molto basse a imprese e persone fisiche straniere, e che spesso garantiscono la segretezza su identità e reali proprietà. A livello mondiale le Isole vergini britanniche, le Cayman e le Bermuda rappresentano un altro terzo dei rischi di abuso fiscale delle società.

Nella top ten mondiale degli Stati che "favoriscono gli abusi fiscali delle grandi multinazionali", recita la ong, c'è anche l'Irlanda, al nono posto. La Svizzera è al quarto. Poi, tocca a Singapore, Hong Kong e al sesto posto all'Olanda, seguita dall'isola di Jersey, nel canale della Manica, e dal Lussemburgo. L'Italia compare in 29ma posizione, la Francia alla 19esima, preceduta dal Regno Unito e seguita da Malta. Secondo gli esperti dell'organizzazione, due terzi degli abusi fiscali che vengono realizzati ogni anno nel mondo sono commessi da multinazionali che trasferiscono i loro profitti all'estero, un terzo è causato da individui. Il nodo sono sempre le aziende del digitale, la cui tassazione, già minima in Europa, è oggetto delle minacce di Trump, che mira a proteggere quelle americane.

Roma, secondo gli analisti, perderebbe ogni anno oltre 4 miliardi a causa dei paradisi fiscali. Di più secondo la Cgia di Mestre, che aveva calcolato come i paradisi fiscali europei sottrarrebbero al Fisco italiano almeno 10 miliardi di euro l'anno, 7 per effetto di elusione delle multinazionali, 3 per le frodi di privati cittadini.

Secondo l'Area Studi di Mediobanca - segnalava ancora la Cgia - per esempio nel 2022 le società controllate dalle prime 25 multinazionali del web presenti in Italia avevano fatturato 9,3 miliardi, ma avevano pagato all'erario solo 206 milioni di euro di imposte. Tra le maglie nere in Europa c'è da tempo l'Irlanda perché, secondo Tax Justice Network, negli anni non avrebbe apportato abbastanza cambiamenti nelle sue leggi anti-abuso fiscale. Che non avrebbe dunque davvero sanato meccanismi come il "Double Irish" che fino al 2019 permetteva alle multinazionali di non pagare tasse sui profitti in Europa, Africa e Medio Oriente. Che ha ancora tra le aliquote fiscali societarie più basse. E si ricorderà che la Corte di giustizia Ue, aveva condannato Apple a pagare 13 miliardi di euro di tasse non versate a Dublino dal 2003 al 2013, avendo beneficiato di un regime fiscale agevolato.

"Non esiste un'armonizzazione a livello Ue in materia di imposta sul reddito delle persone fisiche. Tuttavia, l'Ue aiuta i paesi a scambiarsi informazioni per combattere la frode, l'elusione e l'evasione fiscale, contrastare la pianificazione fiscale aggressiva, evitare la doppia imposizione e affrontare le problematiche relative ai paradisi fiscali e ai reati fiscali", ha riferito ieri a LaPresse una portavoce della Commissione europea. Nel 2021 la stessa Commissione aveva proposto un'estensione del Codice di condotta che promuove la concorrenza fiscale leale, ma l'idea non era passata.

Ancora secondo Tax justice network molti Stati europei hanno invece introdotto miglioramenti alle norme sulle royalties e sulle commissioni, rendendo più difficile per le multinazionali riuscire a versare meno tasse. Tra le best practice viene segnalata proprio l'Italia, con Belgio, Danimarca e Portogallo.

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