Altro che scandalo centrista Da Lotti a Legnini e Carrai quei big del Pd tirati in ballo

Fabrizio Boschi

Vietato parlare di Pd. Uomini vicinissimi a Matteo Renzi vengono fuori in pressoché tutte le intercettazioni dell'inchiesta che sta sbriciolando Angelino Alfano, ma in qualche modo ne escono puliti. Per ora. Sia i giornaloni, che le procure (nessuno di loro è indagato) hanno mai osato mettergli le mani addosso. Sul Nuovo centrodestra è ammesso dire e fare di tutto, guai invece a toccare il Partito democratico. Eppure anche le «mandrakate» del Giglio magico stanno pian piano affiorando dalle torbide acque delle intercettazioni.

Sappiamo che il gruppo che ruota attorno al faccendiere Raffaele Pizza voleva diventare fornitore del sistema di digitalizzazione degli atti giudiziari. Questo ambizioso progetto viene definito nelle telefonate, appunto, una «mandrakata», e si fanno i nomi del vice presidente del Csm Giovanni Legnini, del sottosegretario Luca Lotti, di alcuni parlamentari Pd, nonché dell'onnipresente Marco Carrai, già in odor di Palazzo Chigi al comando della «cyber sicurezza».

I finanzieri scrivono chiaro: «La fitta rete di contatti riguarda Roberto Rao (consigliere economico del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e consigliere di Poste, ndr), Gianni di Pietro (ex deputato Pd, vicino a Legnini, ndr), Agostino Ragosa (ex direttore Agenzia per l'Italia digitale)». Non solo. L'uomo che il 21 gennaio 2015 si incontra con Legnini per decidere sulla «mandrakata» è Guglielmo Boschetti, imprenditore abruzzese «implicato in varie inchieste legate alla P4», scrive la Guardia di finanza.

Pizza intrallazzava nel suo ufficio di via in Lucina 17 (a pochi passi da Palazzo Chigi) con gli imprenditori Danilo Lucangeli di Sky Media, e Gianni Nastri, di Siline spa e di Europower Technologies. Il 15 gennaio 2015 in quello stesso studio ci sono anche Antonio Marotta, capogruppo Ncd in commissione Giustizia alla Camera e Luca Sani, presidente Pd della commissione Agricoltura.

Lucangeli dice che «il software è già stato validato da Ernesto Carbone (deputato Pd, membro della segreteria del partito, ndr)». Vogliono prendere contatti con il ministro Orlando e col Csm.

«Con il vice presidente del Csm (Legnini, ndr), non c'è problema», dice Pizza. Il nome di Carrai viene fuori più volte («che interesse ha su 'ste cose? Potrebbe essere funzionale? È un'opzione»). Un'altra opzione è il sottosegretario Lotti.

Ma del Pd è ancora assolutamente proibito parlare.

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