Roberto Fabbri
Un altro spaventoso massacro perpetrato dai talebani a Kabul, il più mortifero degli ultimi anni. Un cosiddetto «martire», ossia un fanatico islamico disposto a trasformarsi in una bomba umana, si è presentato a bordo di un'ambulanza zeppa di tritolo nei pressi del ministero dell'Interno e ha innescato una potentissima esplosione: l'obiettivo era duplice, compiere una carneficina e dimostrare che l'estremismo islamico non solo è vivo e vegeto ma può colpire nel cuore stesso dello Stato afgano. Entrambi sono stati conseguiti: un bilancio purtroppo provvisorio parla addirittura di 95 morti e 158 feriti, mentre la capacità di superare i posti di blocco più muniti della capitale conferma l'estrema pericolosità dei terroristi.
Le modalità dell'azione di ieri dimostrano la bassezza anche morale cui sanno giungere i fanatici dell'islam: l'uso dell'ambulanza, usata dichiarando di essere diretti d'urgenza all'ospedale, è stata decisiva per superare il primo posto di blocco. Quando poi i poliziotti del secondo, posizionato presso la sede dell'Alto Consiglio per la pace (guarda caso proprio l'ente che si occupa dei negoziati con i talebani) si sono insospettiti e hanno cominciato a fare domande, il terrorista vistosi scoperto ha deciso di provocare l'esplosione. Lo scoppio, potentissimo, è stato udito in tutta Kabul e ha provocato danni ingenti nel raggio di centinaia di metri, facendo tremare i vetri fino a due chilometri di distanza.
Il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid ha rivendicato la strage, sottolineando che è stata compiuta in «un'area affollata di poliziotti». Il capo del governo afgano Abdullah Abdullah ha denunciato il «crimine di guerra atroce, disumano e odioso», presto imitato con parole molto simili dall'ambasciatore degli Stati Uniti John Bass. Si tratta purtroppo di un episodio che rappresenta il culmine di due mesi di sangue: a partire dall'inizio di dicembre, infatti, si sono dovuti contare ben nove sanguinosi attentati tra Kabul e altre città afgane, con un bilancio complessivo di 210 morti e diverse centinaia di feriti. Tra i bersagli «eccellenti» degli stragisti, la sede di Save the Children e l'Hotel Intercontinental, tra quelli più infami i medici e infermieri che si occupano della campagna di vaccinazione antipolio dei bambini afgani.
Il rincrudirsi del terrorismo islamico in Afghanistan, Paese presidiato fin dalla fine del 2001 da forze Nato che includono un contingente italiano di circa mille unità, viene spiegato con il collasso dello «Stato islamico» in Siria e in Irak, che ha spinto molti combattenti sbandati a dirigersi verso quello che viene considerato un fronte aperto.
Effetto di questo afflusso è il crollo del livello di sicurezza a Kabul, dove talebani e in misura minore Isis puntano sempre più le loro bombe contro obiettivi simbolici per dimostrare la loro forza e la debolezza di chi dovrebbe difenderli.
I fanatici dell'islam più retrogrado e violento confidano di riuscire a intimidire i governi dei Paesi occidentali che inviano i loro contingenti militari in Afghanistan, ma soprattutto di indurre i giovani afgani ad abbandonare le forze di sicurezza nazionali che combattono contro di loro. Gli Stati Uniti hanno in programma di rafforzare la propria presenza militare a Kabul e dintorni, ma le crescenti tensioni tra la Casa Bianca e il Pakistan fanno temere sviluppi preoccupanti in un Paese senza pace.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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