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Ambulanza senza personale Muore d'infarto a 47 anni

Un altro caso di sospetta malasanità come quello di Catania. Ma in Friuli c'è l'intoccabile Serracchiani e il governo tace

Ambulanza senza personale Muore d'infarto a 47 anni

Cividale del Friuli (Udine) - Manca il personale del 118 e l'ambulanza arriva quando ormai è troppo tardi. Un uomo ha perso la vita per un infarto, a soli 47 anni. A distanza di pochi giorni dalla tragedia della piccola Nicole, la neonata morta a Catania per l'assenza di posti letto nelle terapie intensive di ben quattro ospedali, un'altra vittima squarcia il velo sulla malasanità che dilaga da nord a sud. Questa volta accade in Friuli Venezia Giulia, dove il comparto è appannaggio della specialità regionale.

Un malore improvviso aveva colpito Erik Tuan poco dopo le 20 dello scorso 25 febbraio nella sua casa di San Pietro al Natisone, in provincia di Udine: immediato l'allarme della moglie al pronto soccorso. Da qui, 40 minuti di vuoto, fatali. Il tempo passa e l'ambulanza non arriva: è parcheggiata a motori spenti nel piazzale dell'ospedale più vicino, quello di Cividale. Non ci sono operatori che possano intervenire, perché quel giorno in molti sono a casa per malattia, e l'altro mezzo di soccorso in servizio è impegnato in un'altra urgenza. Quando finalmente si sentono le sirene in lontananza la situazione è compromessa e i tentativi di rianimazione si rivelano inutili.

La vicenda è un fulmine a ciel sereno in un momento in cui la giunta regionale guidata da Debora Serracchiani è alle prese con l'attuazione della riforma sanitaria. Si infiammano le polemiche e rimpalli di responsabilità. Il dito è puntato sull'inadeguatezza del sistema di emergenza territoriale, sulle lacune organizzative, ma anche sui futuri tagli stabiliti dalla rivoluzione sanitaria, impressa dall'esecutivo regionale non senza diversi mal di pancia all'interno della stessa maggioranza targata Pd.

Intanto sulla questione la magistratura ha aperto un'inchiesta per verificare presunte inefficienze nei soccorsi. Le responsabilità andranno accertate, ma Giulio Trillò, direttore della centrale operativa del 118 fa notare che il problema «è di sistema, e mostra come la coperta sia davvero troppo corta e si viva sempre ai limiti - spiega -. Non abbiamo infermieri e non c'erano risorse da attivare; in nessuna maniera si è riusciti a coprire il servizio neppure richiamando personale dalle ferie». L'affondo diretto alla giunta arriva della deputata triestina di Forza Italia, Sandra Savino: secondo l'azzurra, infatti, la situazione rischia di peggiorare con l'avvio di una riforma che «viola le norme e, nonostante le risorse ci siano, opera con tagli indiscriminati che stanno spezzando l'equilibrio del servizio sanitario del Friuli Venezia Giulia.

Nel caso di Cividale il soccorso in ambulanza pare non aver rispettato i tempi e le procedure, e le dichiarazioni del responsabile del 118 confermano che c'è un problema».

La stoccata finale, poi, è politica: «Anche qui, come è successo con la neonata di Catania, ci è andata di mezzo una vita umana, ma in Friuli, pur di non criticare l'intoccabile Serracchiani, il governo si è guardato bene dal far sentire la propria voce».

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