Coronavirus

"Amiamo la libertà", "Noi seri". Così Mattarella zittisce Johnson

Il capo dello Stato risponde al premier britannico per il commento di Bojo sulla gestione italiana e inglese della pandemia di coronavirus

"Amiamo la libertà", "Noi seri". Così Mattarella zittisce Johnson

A ventiquattro ore di distanza dalle parole di Boris Johnson sulle differenze italiane e britanniche circa la gestione dell’emergenza sanitaria causa pandemia di coronavirus, arriva la replica di Sergio Mattarella.

Tutto nasce dalle esternazioni di ieri del premier britannico in occasione dell’interrogazione alla Camera dei Comuni sull’andamento della pandemia di Sars-Cov-2. Interpellato dallo speaker Ben Bradshaw, che chiedeva lumi a Bojo circa la percentuale dei contagi più bassa in Italia – "Potrebbe essere dovuta al fatto che loro hanno un sistema di test e tracciamento pubblico e a livello territoriale che funziona davvero", la considerazione del laburista – il primo ministro inglese aveva così risposto: "C’è un’importante differenza tra il nostro Paese e il resto del mondo. Ci sono paesi che amano la libertà e se guardate alla storia di questo Paese negli ultimi 300 anni, è sempre stato all’avanguardia per libertà di pensiero e democrazia". Per poi concludere così: "È difficile costringere il nostro popolo a obbedire in modo uniforme alle linee guida considerate indispensabili".

Parole che non sono passate inosservate e che quest’oggi hanno ricevuto in replica quelle del nostro presidente della Repubblica. "Anche noi italiani amiamo la libertà ma abbiamo a cuore anche la serietà", ha dichiarato quest’oggi il capo dello Stato in occasione di una cerimonia istituzionale per ricordare il fu inquilino del Quirinale Francesco Cossiga. Mattarella, come riferiscono fonti del Viminale stesso, avrebbe pronunciato questa frase chiacchierando con alcuni partecipanti alle celebrazioni, in risposta a chi gli chiedeva un parere sulla recente uscita di Johnson. Mattarella, in aggiunta, avrebbe ribadito il concetto per il quale la libertà non è però il diritto di far ammalare anche altre persone.

La situazione in Gran Bretagna

Mentre in Italia i casi totali di coronavirus registrati fino al 23 settembre toccavano le 302.537 unità, nel Regno Unito i positivi totali al Covid-19 sono saliti fino a 412.249. Rispetto a quanto sta accadendo nello Stivale, oltre Manica stanno continuando ad aumentare in modo preoccupante i casi; l’emergenza coronavirus, come noto, ha costretto il governo di BoJo ad annunciare una serie di nuove restrizioni valide per tutta l’Inghilterra per una durata massima di sei mesi.

Entrando nello specifico delle contromosse, da oggi in Inghilterra i locali – come bar, pub e ristoranti – potranno effettuare unicamente il servizio al tavolo e saranno costretti ad abbassare la saracinesca alle 22.

Inoltre, vengono proibiti tutti gli sport di squadra ed è stato sospeso il ritorno dei tifosi negli stadi (che invece avrebbero dovuto riaprire gli spalti a ottobre); in aggiunta, è stato fissato a quindici il numero massimo di partecipanti ai matrimoni e a trenta quello dei funerali.

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