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«Analizzando i big data evitiamo l'inquinamento»

Roma. Quando i big data incontrano la geologia nasce la geostatistica. La materia è apparentemente complessa in quanto di un terreno, di una falda acquifera o di un pozzo petrolifero si dispone di una grande mole di informazioni tutte eterogenee. Il lavoro di Alessandra Menafoglio, ricercatrice ventottenne del Politecnico di Milano, è proprio questo: definire una sorta di «grado zero» di tutti questi dati differenti tra loro per poterli studiare tutti insieme e ottenere così un modello matematico che fornisca previsioni ottimali. Uno sforzo che le è valso l'Eni Award nella sezione «Debutto nella Ricerca». «Fondamentalmente, il trattamento di dati complessi consente di poter elaborare previsioni relative a molti ambiti», spiega Menafoglio ricordando che con il suo metodo «si possono effettuare previsioni meteorologiche, rilevare falde acquifere, individuare la conformazione di un giacimento petrolifero ed anche prevedere eventuali inquinamenti del terreno».

«La teoria matematica sviluppata - aggiunge - permette di mettere insieme e portare a soluzione tutta questa serie di problematiche che riguardano sia la ricerca industriale che quella ambientale».

L'aspetto sorprendente di questa ricerca è rappresentato dal fatto che le informazioni secondarie raccolte sul luogo possono essere inserite successivamente: la logica anticipa la realtà.GDeF

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