Senza scomodare il pippone di «Pascoli e la poetica del fanciullino», alzi la mano chi - tra noi «diversamente bambini» - non abbia mai avuto la tentazione di (ri)salire su un'altalena o uno scivolo. Accade, di preferenza, quando l'adulto (nella variante genitore, zio, nonno) accompagna il figlioletto/nipotino al parco, dove c'è sempre (almeno si spera) la ridente «area giochi» (da non confondersi con la puzzolente «area cani») dove i baby più alternativi se la spassano cavalcando pupazzi poggiati su molle colorate, mentre i colleghi più tradizionalisti serpentinano in tunnel effetto-bruco o basculano cavalcando dondoli con le maniglie a ferro di cavallo. Bene, è in questo preciso istante che la «Sindrome di Giovanni» (Pascoli) si impossessi di un «grande», facendolo (ri)tornare «piccolo»; con la conseguenza di provare improvvisamente l'incontrollabile e irrefrenabile impulso a salire su altalena e scivolo. E poco importa se i fianchi larghi (rischio prevalentemente femminile) crea un frequenti blocchi lungo la discesa, ultimata solo grazie a imbarazzanti colpi di bacino. E poco importa se sull'altalena l'incipiente sovrappeso dell'attempato bambino «di ritorno» metta a serio repentaglio la tenuta della catena e la stabilità della tavoletta. Nel Pavese, tempo addietro, una mamma fu multata dai vigili proprio per questo motivo: «Signora, è in contravvenzione. L'altalena, con lei sopra, rischia di rompersi. I giochi sono vietati agli over 12». La stessa cosa si è ripetuta due giorni fa nel Savonese, con due ragazze stangate (340 euro di multa) dagli inflessibili poliziotti municipali che hanno contestato alle giovani lo spoetizzante articolo 5 (interno 6/bis) del regolamento comunale che «proibisce ai cittadini aventi più di 13 anni l'uso degli strumenti ludici allocati negli spazi pubblici». Un capolavoro di rigidità burocratica contro il quale, in passato, molti intellettuali (che il fanciullino ce l'hanno sempre prêt-à-porter) si sono scagliati con soave veemenza. Costituzionalista principe del volatile diritto alla libera altalena anche per gli adulti, è lo scrittore Francesco Piccolo che, sul tema, ha sempre assunto una posizione ferma: o meglio, per nulla altalenante. Come si evince da un suo bell'articolo sul Corriere della Sera: «I motivi del divieto sono tanti, e tutti sensati. Ma la quantità di volte in cui ho usato quell'altalena doppia è tale che adesso avrei un'ipoteca sulla casa, se i vigili mi avessero beccato. Ora quindi bisogna scegliere con coscienza: andrò al parco giochi vicino casa, con mio figlio di quattro anni, con in tasca, sempre, cento euro. Perché è il prezzo che si è deciso bisogna pagare.
Ma quando mio figlio si siede da una parte e dice: dai, papà, fammi volare; beh, io lo faccio volare, fingendo poi di volare anch'io spinto dalla sua forza. Voliamo una volta per uno. Costi quel che costi». Sogni, giochi e felicità non hanno prezzo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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