Politica

Gaffe storica di Conte: scambia Roma con Varsavia

Un post social dell'ex Presidente del Consiglio ricorda i rastrellamenti degli ebrei della Capitale ad opera dei nazisti ma è accompagnato da una foto del ghetto di Varsavia

Anche Conte inciampa sulla storia: commemora il ghetto di Roma con una foto di Varsavia

La storia continua a prendere a pugni il Movimento 5 Stelle. Dopo le celebri gaffe dell'ormai ex sindaco di Roma Virginia Raggi, anche il leader dei grillini Giuseppe Conte si iscrive al club degli strafalcioni storici.

L'ex Presidente del Consiglio, per commemorare il rastrellamento di 1259 persone dal ghetto di Roma ad opera delle truppe naziste, avvenuto il 16 ottobre del 1943, ha pubblicato un post su Facebook all'apparenza impeccabile: "È un monito che ci richiama oggi alle nostre responsabilità democratiche. È la necessaria consapevolezza che solo il quotidiano impegno in difesa delle Istituzioni e dei valori dell’antifascismo può salvaguardare il Paese da nuove eversioni che si richiamano a vecchie demagogie. Abbiamo il dovere di fare la nostra parte in questa grande battaglia culturale e politica per la democrazia".

Peccato però che a corredo del post abbia condiviso la foto sbagliata, che ritrae una famiglia nel ghetto di Varsavia, appena un paio di migliaia di chilometri più a nord rispetto a Roma.

Pur trattandosi di uno scivolone da attribuire, chiaramente, ai gestori dei suoi canali social, l'episodio serve per ribadire l'inadeguatezza, e per molti versi anche la volgarità, della prassi social contemporanea.
Per non farsi sfuggire mai l'occasione di rimediare like a buon mercato, molti, troppi politici affidano la comunicazione esterna a staff caratterizzati da una manifesta superficialità d'operato.

Così le gaffe si moltiplicano, i messaggi che dovrebbero essere veicolati perdono di significato e anche episodi delicati e tragici della storia finiscono per essere sepolti sotto il peso insostenibile dall'approssimazione. E se persino una cosa piuttosto semplice come una ricerca su Google per Conte & Company diventa così complicata, figuriamoci cosa potrebbe succesede se gestissero la cosa pubblica.

Anzi, qualche idea ce l'hanno già fornita, e ne paghiamo ancora le conseguenze.

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