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Anche i 5s già rinnegano la linea ufficiale. Proposti agli alleati Di Maio e Patuanelli

Crimi su posizioni opposte alla maggioranza del partito. Le mosse di Dibba

Anche i 5s già rinnegano la linea ufficiale. Proposti agli alleati Di Maio e Patuanelli

Siamo nella notte tra martedì e mercoledì. Alle due, dopo tre ore e mezza di riunione, il reggente Vito Crimi apre il suo microfono su Zoom e detta la linea. «Allora, mi pare di capire che l'indicazione che arriva dai gruppi parlamentari è quella di andare avanti con Conte e mai più con Renzi, giusto?» Deputati e senatori, assonnati e rassegnati, escono dallo streaming. Un eletto di Montecitorio al Giornale racconta la sua frustrazione. «È assurdo quello che è successo durante l'assemblea congiunta, per più di tre ore in tutti gli interventi abbiamo ripetuto che bisognava aprire a un dialogo con Renzi perché con i responsabili non ci sono i numeri e poi Crimi si presenta alla fine per tirare le somme e dice tutto il contrario», sospira la nostra fonte. E non si tratta di una spaccatura. Perché stavolta la maggioranza schiacciante dei parlamentari ha detto che non si deve andare a votare. Quindi non ha senso nemmeno impiccarsi a Giuseppe Conte, questo è il ragionamento della truppa. Insomma, tocca tenere aperti tutti i canali. «Guarda, alla fine noi ci prenderemmo anche Mario Draghi», ci dice un parlamentare del M5s in un impeto di pragmatismo. Ma allora per quale motivo i vertici del M5s insistono con Conte e mai con Renzi? Si tratta più che altro di un modo per prendere tempo in attesa degli sviluppi della crisi. Dall'altro lato della maggioranza, lo conferma anche un autorevole senatore del Pd. «Penso che dopo il primo giro di consultazioni si sbloccherà la situazione, ci vuole pazienza», spiega.

Quelli del «mai più con Renzi» sono una minoranza rumorosa nel M5s. Si fa sentire Barbara Lezzi, senatrice e pretoriana di Alessandro Di Battista in Parlamento. «Avanti con Conte e fuori Renzi. Altrimenti il M5s non ci sta», sentenzia l'ex ministra. Dibba commenta: «Chapeau». Nel Movimento fioriscono le interpretazioni che vedono un Di Battista in vena di creare problemi al Senato con l'obiettivo di andare a votare e ricandidarsi. Gli aperturisti cominciano a prendere posizione in chiaro. Il deputato Giorgio Trizzino al Corriere della Sera dice: «È vero che esistono forti remore a riaprire il dialogo con Renzi ma io ritengo che sia corretto farlo nell'interesse del Paese». Sergio Battelli, presidente commissione politiche Ue alla Camera, lo ribadisce in un breve colloquio con Il Foglio. «L'obiettivo principale è allargare la maggioranza all'interno di perimetro chiaro, se Italia Viva accetterà questi patti potrà rientrare non essendo più determinante», riflette Battelli. I più contrari al dialogo con Renzi sono proprio al Senato, dove i numeri del governo sono risicati. Secondo alcune voci riportate dall'Adnkronos addirittura la senatrice Laura Bottici, molto amica di Beppe Grillo, sarebbe arrivata a dire: «Meglio con Forza Italia».

Il punto, ragionano nello stato maggiore, è che ora sono fondamentali tutti i voti. A Palazzo Madama i circa dieci oltranzisti sono decisivi. Crimi si muove su un campo minato. Ma terminato questo giro di consultazioni, il M5s potrebbe tirare fuori il coniglio dal cilindro. L'unica soluzione che non spaccherebbe il partito prevede un premier pentastellato a Palazzo Chigi. Nel Movimento se ne discute, si fanno arrivare anche messaggi in bottiglia al Pd e ai renziani. E allora: «Voi preferireste Di Maio, Fico o Patuanelli?» Il titolare del Mise piace, ma nelle ultime ore salgono le quotazioni di Fico. «Sarebbe una novità perché non ha fatto il ministro né nel Conte uno né nel Conte bis», dicono i suoi sponsor. Al momento tutto resta sotto traccia.

Carla Ruocco, deputata M5s e presidente della commissione d'inchiesta sulle banche, nega: «Conte è l'unica figura autorevole che potrebbe continuare a governare».

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