In Italia la corruzione, in base a uno studio di Unipresa pubblicato a giugno di quest'anno, nell'ultimo decennio ha avuto un costo di 10 miliardi di euro di prodotto interno lordo l'anno.
La corruzione, dunque, pesa tantissimo sui cittadini. Ma anche la lotta a politici e funzionari infedeli comporta degli oneri. Costi che emergono controllando le spese sostenute, per cene, viaggi e alberghi dai consiglieri del presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone. Spese che ovviamente non sono minimamente paragonabili a quelle che lo Stato sopporta per appalti truccati e altre ruberie, ma che comunque incidono sul bilancio dello Stato. Nella struttura di vertice dell'Anac siedono, oltre al presidente Cantone, quattro consiglieri: Michele Corradino, Francesco Merloni, Ida Angela Nicotra, Nicoletta Parisi. Tutti hanno profilo impeccabile e un curriculum eccellente con incarichi di prestigio tra magistratura amministrativa, università e vertici della pubblica amministrazione.
Il più francescano di tutti è l'ex magistrato: Cantone ha speso, dal 2014 ad oggi, tra cene, alberghi e trasporti, 17.185 euro. Il 2015 è stato l'anno meno austero, con una richiesta di rimborso per le missioni esterne pari a 5100.
Da duro e puro magistrato qual è stato nel corso della carriera di giudice, prima di approdare alla guida dell'Anticorruzione, Cantone si fa bastare lo stipendio che non è male: 180mila euro l'anno. Soldi con cui può tranquillamente pagarsi una trasferta. Nei sei anni alla guida dell'Anticorruzione, l'ex magistrato antimafia intascherà 1 milione di euro. Meno francescani sono stati fino ad oggi i suoi consiglieri, che tra cene e trasferte hanno abbondantemente superato la somma dei 17mila euro del presidente.
Evidentemente il carico di lavoro, tra ispezioni, audizioni e verifiche, è più elevato. Dai dati consultati da il Giornale la più spendaccione è Ida Angela Nicotra, che dal 2014 ad oggi ha speso 101mila euro tra viaggi, pranzi, alberghi e trasporti. La Nicotra, ordinario di Diritto Costituzionale all'Università di Catania, nel 2015 ha chiesto 27mila euro di rimborso per le trasferte per conto di Anac: quasi il doppio di quanto il presidente Cantone ha speso in 4 anni al vertice dell'Anticorruzione.
Un'altra donna, Nicoletta Parisi, insidia la prima posizione: dalla nomina ad oggi ha speso 69mila e 200 euro per pagare hotel, vitto e trasporto. Il 2017 è stato l'anno del record con 20mila euro chiesti all'Anac come rimborso per le trasferte. Il primo di sesso maschile è Michele Corradino con i suoi 60mila euro di spese. Anche per il consigliere Corradino, magistrato al Consiglio di Stato, c'è un primato: tra luglio e dicembre del 2014 ha speso 11mila e 425 euro. L'unico in linea con le spese francescane del presidente Cantone è Francesco Merloni che ha pesato sulle casse dell'Anac per 25mila e 736 euro.
Per avere una radiografia completa di quanto costa l'anticorruzione in Italia va analizzato un altro capitolo: i compensi dei consiglieri. La retribuzione più alta è quella di Cantone: 180mila euro l'anno. Per i consiglieri, lo stipendio è leggermente più basso: 150mila euro annui. Una cifra pari a 900mila euro in sei anni. Complessivamente Cantone e i suoi consiglieri costeranno 4 milioni e 600mila euro in 6 anni. Costo a cui vanno aggiunti gli oltre 270mila euro spesi per pagare trasferte, alberghi e cene.
Ma quali sono i risultati portati a casa? Si intravedono segnali di miglioramento.
Nel febbraio 2018 Transparency International, l'ong che lotta contro la corruzione, ha stilato una classifica: l'Italia si piazza al 54esimo posto, migliorando di sei posizioni rispetto al 2017, ma complessivamente resta il voto insufficiente. Siamo in compagnia della Slovenia ma ancora dietro nazioni come il Ruanda e la Spagna.
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