Anche l'Italia sulle barricate: "Pronti allo stop delle vendite"

Dopo l'indagine penale negli Usa e l'inchiesta dell'Ue si muove pure il governo Renzi con il ministro dei Trasporti: «Da noi circolano le stesse auto?». Galletti scrive alla Volkswagen

Anche l'Italia sulle barricate: "Pronti allo stop delle vendite"

G li Stati Uniti avviano un'indagine penale. L'Unione europea annuncia che andrà fino in fondo. L'Italia valuta lo stop alle vendite.

Non sono ancora misurabili per intero le conseguenze e le implicazioni del pasticcio dei falsi test anti-smog sulle auto Volkswagen. La deflagrazione del «diesel gate» è soltanto agli inizi, con le associazioni dei consumatori sul piede di guerra, impegnate a chiedere controlli a tutto campo su tutti i produttori di auto. Anche il governo italiano chiede spiegazioni alla Volkswagen sul caso emissioni. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti interpella sull'accaduto, sia il Kna, Kraftfahrt-Bundesamt, soggetto terzo, il maggiore omologatore delle auto in questione, sia il costruttore. Il ministero, si legge in una nota, chiede di «conoscere se il medesimo illecito, avvenuto negli Stati Uniti dove vigono però regole differenti per la omologazione, risulti essere praticato su omologazioni della stessa autorità tedesca per l'Europa e se i veicoli sono stati commercializzati in Italia».

Non è solo il ministero di Graziano Delrio a chiedere informazioni e verifiche alla compagnia di Wolfsburg. Con una lettera indirizzata all'amministratore delegato e direttore generale di Volkswagen Group Italia Massimo Nordio, il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti chiede informazioni sulle vetture vendute nel mercato italiano dalla casa automobilistica, dopo le indagini condotte dall'Agenzia federale Usa sulle difformità tra i valori emissivi dei veicoli diesel immessi sul mercato statunitense e quelli prodotti effettivamente su strada. Ipotizzando anche un possibile stop alle vendite.

Il ministro, che ricorda l'incidenza di questi profili sulla qualità dell'aria e sul clima, fa riferimento nella lettera alla decisione assunta dall'azienda di bloccare le vendite delle auto sul mercato Usa e ritirare di quelle già commercializzate, chiedendo al gruppo, «qualora necessario, di assumere analoghe iniziative già intraprese per il mercato americano anche a tutela dei consumatori italiani che hanno fatto affidamento sul marchio Volkswagen». «Ho appreso con preoccupazione le risultanze delle indagini - scrive Galletti a Nordio - e le chiedo di volermi fornire elementi oggettivi che nelle autovetture commercializzate in Italia non siano stati installati accorgimenti tecnici analoghi volti ad alterare i dati emissivi da test rispetto alla realtà».

Un ulteriore segnale della volontà italiana di capirne di più e fare gli opportuni test arriva dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti. «Faremo in tempi rapidi i controlli che si devono fare per tutelare i consumatori italiani e le linee di politica economica. Ci auguriamo che i risultati americani siano verificati in Italia e in Europa». A chiedere verifiche si alzano anche le voci di alcuni parlamentari. «Le regole antismog - attacca Maurizio Gasparri - sono state violate in Usa, ma chi ci rassicura che ciò non sia accaduto anche in Italia? Il governo pretenda subito chiarimenti dai vertici aziendali». Lo stesso chiede Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera.

Matteo Salvini, infine, chiama in causa sia il governo sia le istituzioni europee: «Volkswagen falsificava i dati sulle emissioni delle sue auto negli Usa. Li hanno beccati, alla faccia della correttezza tedesca. Cosa aspettano il governo Renzi, e l'Unione sovietica europea, a pretendere identici controlli sulle auto vendute in Italia e in Europa?».

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