Mandare a lavorare nei campi chi percepisce il reddito di cittadinanza. La proposta, avanzata nelle scorse settimane dall'opposizione di centrodestra e da alcune associazioni di categoria, ha trovato a sorpresa anche la bollinatura da parte del M5s. Così pur di fare il controcanto all'idea di Iv, lanciata dal ministro dell'Agricoltura Teresa Bellanova, di una regolarizzazione dei lavoratori immigrati impiegati nel settore agricolo, i grillini stanno valutando la soluzione alternativa che prevederebbe l'utilizzo in agricoltura dei circa 860mila beneficiari del sussidio simbolo dei 5 Stelle attualmente arruolabili per far fronte alla crisi di manodopera dovuta al Coronavirus.
Luigi Di Maio lo ha spiegato in un'intervista rilasciata ieri all'agenzia AdnKronos. Il ministro degli Esteri ed ex capo politico del M5s ha detto: «Credo sia sicuramente un bene che chi percepisce il reddito di cittadinanza in questa fase, nelle circostanze consentite dagli attuali decreti e ovviamente su base volontaria, perché non si possono certo obbligare le persone, e per un periodo di tempo limitato senza perdere il sussidio, possa dare una mano al Paese». Di Maio ha aggiunto: «Nel momento di grande difficoltà in cui ci troviamo è quanto mai indispensabile il contributo di tutti». Tra gli oppositori della sanatoria monstre voluta dalla Bellanova c'è Vito Crimi, capo politico reggente del Movimento. Mercoledì, in un'intervista a Radio24, ha spacciato la soluzione di mandare a lavorare nei campi i percettori del reddito di cittadinanza come una proposta di marca pentastellata. E ha parlato di «consentire a chi percepisce reddito di cittadinanza, Naspi e altre forme di sostegno, di andare a svolgere questi lavori senza perdere il diritto a quel reddito». Concetto ribadito giovedì con un post pubblicato sul Blog delle Stelle.
Ma anche questo argomento è divisivo all'interno del M5s. I gruppi sono spaccati. E l'ala più vicina al presidente della Camera Roberto Fico si è detta da subito possibilista sulla regolarizzazione degli immigrati.
Crimi e Di Maio sono di nuovo sotto il fuoco di fila dell'anima più di sinistra del Movimento. «Qualcuno forse ha nostalgia dell'alleanza con la Lega?» si chiede un parlamentare. Altri, più scafati, vedono un tentativo di mantenere alta la tensione nel governo per tenere sulle spine il premier Giuseppe Conte.
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