Anche il padre e le uova contro la Le Pen. Obama sta con Macron

Dopo il faccia a faccia in tv, il centrista vola nei sondaggi. E la Procura indaga su Marine

Anche il padre e le uova contro la Le Pen. Obama sta con Macron

La Francia deve ancora riprendersi dalla scazzottata verbale tra i due candidati all'Eliseo, ma i sondaggi non ammettono deroghe e parlano chiaro: Ifop-Fiducial vede in crescita Emmanuel Macron dopo il dibattito seguito da 16 milioni e mezzo di persone. Col 61%, il leader di En Marche! domenica batterebbe l'avversaria del Front National, ferma al 39%.

Le schegge del faccia a faccia tv trasmesso mercoledì senza esclusione di colpi rimbalzano intanto sui diversi elettorati che devono scegliere tra Macron e Le Pen. Quello della destra gollista è tra i più divisi. Il 58% degli elettori di François Fillon (il leader dei Républicains sconfitto al primo turno che ha chiesto di scegliere Macron prima di ritirarsi a vita privata) giudica l'uomo di En Marche! più convincente, il 38% ritiene invece che lo sia stata di più Le Pen. Il sondaggio Elabe pubblicato da BfmTv rispecchia gli umori della base gollista, sempre più combattuta sull'appoggio, al punto che anche a destra serpeggia la voglia di astensione per inviare un segnale; fermo restando che dopo il dibattito molti si stanno chiedendo che fine abbia fatto la voglia di normalizzazione messa in campo da Marine negli ultimi mesi.

È parsa meno credibile, a tratti imprudente, criticata perfino da papà Jean-Marie («noiosa e probabilmente incomprensibile»). Certamente meno efficace nell'esplicitare le sue basi programmatiche a cui ha riservato meno della metà del tempo, impiegato in buona parte a inveire sull'avversario. La procura di Parigi ha anche aperto un'indagine per le insinuazioni sul presunto conto estero non dichiarato dallo sfidante. L'accusa è di «falso e uso di falso», facendo seguito alla denuncia contro ignoti presentata da Macron. Marine ha «perso» il faccia a faccia secondo osservatori e sondaggi: pro-Macron la percentuale generica dei francesi, 63%-34%. Male anche tra gli elettori dell'ultrasinistra di Jean-Luc Mélenchon, che in tv Marine puntava invece a convincere: 66%-30%. Le Pen ora si gioca tutto sulla dilagante voglia di astensione, che potrebbe danneggiare Macron al punto da farlo apparire delegittimato anche in caso di vittoria.

La «candidata del popolo contro le élite» ieri ha invece giocato in casa, in Picardia. Nel villaggio di 230 votanti che l'aveva già scelta dopo aver subito un lancio di uova al suo arrivo in Bretagna. Il candidato di En Marche! è consapevole del rischio di non avere una maggioranza parlamentare alle elezioni di giugno e cerca una prova di forza. Ieri nel suo ultimo meeting ad Albi, città del sud-ovest nel dipartimento in cui Le Pen è arrivata in testa staccando Macron di 700 voti, ha puntato ad attrarre la Francia di periferia che finora ha votato Marine, strizzando l'occhio alla destra. La scelta di Albi insolita per un uomo sostenuto dai socialisti che per tradizione concludono a Tolosa da Mitterand in poi è dovuta ai padri nobili: Jean Jaurès (eletto nel Tarn, ad Albi ha fondato la vetreria visitata da Macron, criticato da una cinquantina di militanti sindacali che chiedevano «l'abolizione della legge sul lavoro», un Jobs act alla francese) e Georges Pompidou (il successore del generale De Gaulle) che ad Albi ha trascorso la giovinezza e resta un modello per buona parte della destra.

Dopo un primo endorsement via telefono, ieri anche l'ex presidente americano Barack Obama si è messo «in marcia»

col favorito rivolgendosi ai francesi: «Voglio che sappiate che sostengo Macron», dice sorridente in un video sul profilo Twitter dell'ex ministro di Hollande. «Ammiro la campagna di Macron, che ha difeso valori liberal».

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