Ancora minacce agli amici di Pantani

L'ombra della camorra e delle scommesse clandestine. E la madre rivela: «Aveva paura di vincere»

«Mamma ho paura di vincere... Anche in squadra mi dicono di fare il contrario. Perché?». Anche i biglietti trovati da mamma Pantani, scritti da suo figlio quando era quel magnifico campione orgoglio d'Italia, raccontano probabilmente una verità che ancora non è stata trovata. E che oggi, 15 anni dopo l'inizio della fine, stanno cercando i magistrati.

Era il 1999, sabato 5 giugno quando a Madonna di Campiglio, i medici del Sant'Anna di Como si presentarono per «testare» Pantani, impegnato nel Giro. Risultò positivo, ematocrito fuori limite, dunque cacciato con ignominia. Adesso si riparla di test adulterati, di strane manovre, di un complotto ordito per non far vincere il campione. A volerlo forse la camorra, personaggi che con il giro di scommesse clandestine- in caso di vittoria finale dello scalatore romagnolo- avrebbero perso cifre da capogiro. Si parla di 270 miliardi di allora, quasi 150 milioni di euro.

Una storiaccia che dopo anni di inutili indagini, frettolosamente liquidate i pm i muoversi coi piedi di piombo. Le indiscrezioni, le parole di personaggi legati all'entourage del campione, così come quelle dell'ex boss della Comasina Renato Vallanzasca, da sole non possono bastare. Servono verifiche, riscontri. Due procure indagano, quella di Rimini che ha riaperto il caso ipotizzando il reato di omicidio e quella di Forlì che ora vaglia l'ipotesi del giro di scommesse in cui sarebbe rimasto vittima Pantani. Giuridicamente, se ci fosse qualche elemento concreto, il fascicolo toccherebbe per competenza alla Direzione distrettuale antimafia di Bologna, ma la Dda ancora finora non ha acquisito alcun atto.

Sullo sfondo di queste inchieste tardive, chissà se all'inizio inquinate, una serie di minacce che sarebbero state fatte a persone vicine al ciclista. L'ultima qualche mese fa, a una persona che aveva ipotizzato il complotto. Nessuno doveva rivelare ciò che sapeva. L'unico ad aver detto qualcosa, già nel lontano 1999, è stato l'ergastolano Vallanzasca. «Scommetti contro Pantani, non finirà la corsa», gli avrebbe consigliato in carcere un detenuto.

Nell'ultimo mese gli investigatori hanno ascoltato altri testimoni. Presto verrà interrogato l'ex ds Martinelli, così come Marco Velo, compagno di Pantani e che all'epoca fece con lui l'esame del sangue. E poi i medici della squadra e quelli che eseguirono i test.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica