Gianfranco Paglia, lei è il portabandiera dell'Italia. Cosa significa per un militare rimasto disabile e per una medaglia d'oro partecipare agli Invictus games?
«Per tutti noi essere qui oggi significa dimostrare di esser ancora vivi, dimostrare a noi stessi e al mondo di avercela fatta».
Voi, a differenza dei vostri colleghi stranieri siete ancora dei militari in servizio...
«Sì, e credimi, questa è una delle cose straordinarie dell'Italia. Noi siamo l'unico Paese che consente ai militari disabili per cause di servizio di continuare a portare la divisa all'interno del cosiddetto Ruolo d'Onore».
Questo anche al di fuori degli Invictus Games?
Certo e proprio questa è la cosa straordinaria che tutti i militari stranieri c'invidiano. Noi, non solo qui ad Orlando, ma anche in Italia continuiamo a vestire la divisa. E continuano a vestirla tutti quelli rimasti menomati in servizio. Quando lo raccontiamo agli inglesi e agli americani loro ci ascoltano stupefatti ed ammirati perché per un militare rimasto invalido continuare a vestir la divisa significa sapere che il tuo Paese non ti ha abbandonato».
Qual'è la soddisfazione maggiore degli Invictus Games"
«Quella di aver contribuito a creare il Gruppo Paralimpico della Difesa e di aver dimostrato che la voglia di fare aiuta a superare le difficoltà più grandi».
A cosa puntate, in quali specialità siete
più forti?«É una domanda che non ci poniamo. Non siamo venuti qui per vincere, ma per dimostrare che siamo capaci di dare il meglio di noi. Siamo qui per dimostrare a tutti che lo sport ti può aiutare a rinascere».
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